L’esperienza reggiana in Rwanda

Incontro con il Vescovo, presto in partenza per il viaggio missionario

Nella mattinata di domenica 9 dicembre monsignor Massimo Camisasca ha ricevuto in vescovado, alla presenza del direttore, don Pietro Adani, e di un’operatrice del Centro Missionario Diocesano, una rappresentanza del “Progetto Amahoro” e del “Gruppo Rwanda Padre Tiziano”. Scopo dell’incontro, conoscere l’esperienza reggiana in Rwanda, il Paese e la Diocesi di Kibungo che il Vescovo visiterà dal 29 dicembre al 3 gennaio prossimo.
I volontari del Progetto Amahoro hanno illustrato la loro esperienza richiamando le origini e la storia del Progetto avviato da don Luigi Guglielmi nel 1995, all’indomani della guerra civile, come segno di prossimità verso un popolo alla ricerca della pace e di una difficile riconciliazione. Hanno sottolineato la paternità della Diocesi reggiano-guastallese e l’accoglienza riconoscente del popolo rwandese, in un Paese socialmente stratificato e gravato da numerose contraddizioni.

Le Case Amahoro, definite “case” per scelta, sono ora affidate a donne rwandesi che hanno donato la loro vita per questo servizio, affiancate fino all’anno 2014 da volontari italiani. Il gruppo di volontari organizza ora campi estivi in Rwanda e continua la propria attività qui in Italia: a questo riguardo hanno formulato al Vescovo la richiesta di un sacerdote diocesano per accompagnare e orientare le scelte relative al Progetto.

Il Vescovo è intervenuto con domande finalizzate ad approfondire le responsabilità della nostra Diocesi nei confronti del Progetto e dei volontari, chiedendo di avere conoscenza diretta di ogni attività, evidenziando l’esigenza di trasformare l’iniziale azione fondativa in un’azione di supporto ad un progetto che deve poter “camminare con le proprie gambe”, supportato dalla nostra preghiera e dalla nostra amicizia.

Continua a leggere l’articolo di Paola Campo su La Libertà del 19 dicembre

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