L’eterna eredità del mecenatismo

L’ «archivio ritrovato» è il titolo del progetto per il recupero dell’archivio privato dell’artista reggiano Giulio Ferrari, considerato uno dei padri fondatori della storia dell’arte italiana. Una raccolta di schizzi e disegni realizzati con tecniche diverse e dai molteplici soggetti: paesaggi, figure, architetture, scenografie, nudi, edifici religiosi, spesso ricollegabili alle sue tante pubblicazioni e ai frequenti viaggi di studio e di ricerca. Ma anche carteggi di corrispondenza privata, fotografie, bozze di articoli, manuali e libri.

Una produzione artistica, quella di Ferrari, ancora poco conosciuta, ma di notevole valenza culturale, documentata da alcuni importanti cicli di decorazioni e affreschi, visibili ancora oggi – come la cupola della Basilica di San Prospero a Reggio Emilia, il soffitto del Teatro Asioli a Correggio, villa La Malpenga a Biella, il castello Torlonia di Musignano nel viterbese – e una raccolta di settanta acquerelli, oltre a una preziosa selezione di disegni antichi, donati alla morte dell’artista, nel 1934, ai musei reggiani.
Il progetto di valorizzazione dell’artista Giulio Ferrari, nato a Reggio Emilia nel 1858, è curato dall’associazione Insieme per i Musei di Reggio Emilia, che promuove una raccolta fondi per recuperare questo patrimonio storico e culturale e metterlo a disposizione di tutti nella propria sede naturale: i Musei Civici della città.

Una moderna forma di mecenatismo, codificata con Gaio Cilnio Mecenate nel I secolo avanti Cristo – il quale aveva creato un circolo di intellettuali e poeti che proteggeva e incoraggiava nella loro produzione artistica per sostenere e innalzare le azioni della politica dell’imperatore Augusto, di cui era fidatissimo consigliere – e proseguita nei secoli da importanti personalità, tra cui principi e papi (come Lorenzo il Magnifico e Papa Giulio II per citarne solo un paio), che amavano circondarsi di letterati e artisti a cui commissionavano opere allo scopo di celebrare la propria figura o la propria famiglia, dando vita a una produzione culturale di carattere encomiastico.

Continua a leggere la rubrica Mirabilia a cura di Valeria Braglia su La Libertà del 28 novembre

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