Nuovi pastori sotto la Pietra

Castelnovo Monti ha accolto il parroco don Ruozi e il vicario don Lucenti

A distanza di nemmeno una settimana dal “pienissimo” fatto registrare domenica 11 novembre per il saluto a don Geli (Evangelista) Margini, che ha lasciato Castelnovo ne’ Monti dopo 18 anni, la chiesa della Risurrezione si è riempita di nuovo sabato 17 in serata e, dopo poche ore, domenica 18 mattina per accogliere i nuovi sacerdoti per l’unità pastorale “Beata Vergine di Bismantova”, don Giovanni Ruozi e don Marco Lucenti. Quella di sabato sera è stata una cerimonia suggestiva e toccante, ben organizzata e gestita, con la presenza del vescovo Massimo Camisasca che ha affidato questo spicchio di Diocesi ai due nuovi cittadini della montagna reggiana: uno, don Giovanni, con alle spalle più di dieci anni di esperienza missionaria in Madagascar essendo nato in centro città a Santo Stefano, e l’altro, don Marco, prete da qualche mese e originario di Castellarano nel distretto della ceramica.

Cito le origini perché qui, sotto la Pietra, se non sei “montanaro” tendono a guardarti con qualche diffidenza come “pianzano”, anche se poi son bravi a valutarti per quel che sei e che sai fare.
Comunque l’accoglienza è stata memorabile, con l’apertura da parte del sindaco Enrico Bini che ha accennato ai problemi specifici del territorio, dove però ci sono ancora tanti giovani (e in chiesa bambini, ragazzi e giovani si son fatti sentire e vedere!) disponibili, propositivi e con la voglia di costruire qui il proprio futuro. E ha concluso ricordando il peso e l’importanza del testimone passato da don Geli ai due nuovi pastori e invocando la protezione della Vergine della Pietra.

Don Giovanni ha voluto ricordare che il parroco non c’è solo per quelli che “vanno in chiesa”, ma per tutta la comunità, ed ha garantito la continuità col grande lavoro svolto da don Geli.
è toccato a don Carlo Castellini, da poco tempo Vicario della Montagna, leggere la lettera di affidamento dell’unità pastorale a don Giovanni a firma del Vescovo, in cui auspica una Chiesa meno “clericale” in cui i laici siano protagonisti e, viste le tante organizzazioni operanti su questo territorio, l’auspicio dovrebbe tradursi in realtà concreta.

Leggi tutto l’articolo di Pietro Ferrari su La Libertà del 28 novembre

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