Forum: diritto del bambino avere e conoscere un padre e una madre

Tre sindaci della nostra provincia hanno accettato di riconoscere come figli naturali i bambini avuti da coppie del medesimo sesso

È di totale evidenza che un figlio non può nascere da coppie del medesimo sesso.
Una donna che ha depositato nel proprio comune una dichiarazione di riconoscimento del figlio “avuto dalla sua compagna” attraverso l’nseminazione artificiale (ovviamente da padre naturale ) ha ottenuto il sostegno di tre sindaci della nostra provincia, quando la dichiarazione è ovviamente non conforme alla realtà dei fatti.
Si tratta di maternità surrogata (definita in gergo “utero in affitto”).

La pratica in questione è espressamente vietata in Italia (Legge 40/2004 articolo 12), ma si cerca di superare la norma in questione con la richiesta di trascrizione dell’atto di nascita nei registri dello stato civile.
Il Sindaco, in quanto ufficiale di Governo, è tenuto a iscrivere all’anagrafe i nuovi nati, con l’indicazione del padre, della madre e della residenza, come prevede la legge.
Con questo riconoscimento da parte dei tre sindaci , che fortunatamente non ha alcuna efficacia giuridica, avremo così dei bambini che nascono orfani di padre!

Ancora una volta siamo in presenza di una questione etica di fondamentale importanza e non si capisce, se non per ottenere il consenso di talune coppie omosessuali, come un Sindaco possa arrogarsi la facoltà di riconoscere bambini e famiglie, quando non è giustamente consentito a nessuno di farlo.
C’è poi la decisiva sentenza della Corte Costituzionale 272/2017, in cui la Consulta, investita della questione della legittimità costituzionale dell’articolo 263 del Codice civile (Impugnazione del riconoscimento per difetto di veridicità), coglie l’occasione per ribadire che “…la maternità surrogata offende in modo intollerabile la dignità della donna e nel profondo le relazioni umane …”, non lasciando dubbi sul fatto che tale pratica sia contraria ai principi fondamentali del nostro ordinamento, fondato in primo luogo sul pieno rispetto della dignità della persona, e nello specifico delle donne che partoriscono.

Continua a leggere tutto l’articolo di Maurizio Rizzolo, presidente del Forum Famiglie di Reggio Emilia, su La Libertà del 28 novembre

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