Lo stabile del Seminario all’Università di Reggio: ecco il protocollo d’intesa

La firma nella mattina del 25 ottobre

Un passaggio storico, messo nero su bianco il 25 ottobre, nel giorno in cui la nostra Chiesa ricorda i compatroni Crisanto e Daria: Diocesi, Comune di Reggio Emilia e UniMoRe si impegnano a sostenere la destinazione dell’immobile di viale Timavo a sede universitaria. Un progetto da 17 aule (capienza variabile tra i 30 e i 194 posti) per 1.310 studenti, 1 auditorium da 293 posti, 89 uffici/studi per 181 postazioni di lavoro e 120 alloggi monostanza con servizi autonomi per gli universitari pensionanti.
Un video, proiettato all’inizio della conferenza stampa nell’Aula magna dello stabile, sintetizza efficacemente cifre e immagini (il filmato si può vedere tramite il sito www.laliberta.info).

La risposta pubblico-privato all’idea presentata dal Vescovo solo sei mesi fa è già “confortante”, come la definisce il Vicario generale. E i “grazie” da condividere sono svariati: monsignor Alberto Nicelli, oltre a Diocesi e Comune capoluogo, cita per i contributi a fondo perduto già stanziati Provincia di Reggio Emilia, Camera di Commercio, Fondazione Manodori, Unindustria, Confcooperative Reggio Emilia, Padana Tubi spa (Guastalla), Iren spa, Maxima spa (Poviglio), Interacciai spa (Reggio), Spal spa (Correggio), Nexion spa (Correggio), Argo Tractors spa (Fabbrico) e Banca Popolare dell’Emilia Romagna, aggiungendo che una trentina di altre imprese stanno valutando il progetto. Il riferimento è il costituendo Comitato “Reggio Città Universitaria” coordinato dall’architetto Mauro Severi.

Monsignor Massimo Camisasca ripercorre gli anni dell’episcopato in cui, risiedendo in Seminario, ha potuto cogliere la bellezza del luogo insieme alla sua desolante sottoutilizzazione, onerosa per la Diocesi. Dopo avere valutato strade che avrebbero snaturato lo stabile, dalla collaborazione con il sindaco di Reggio e subito dopo con il rettore dell’Ateneo è nata la felice ipotesi che oggi inizia a tradursi in realtà: essa, sottolinea con soddisfazione il vescovo Massimo, risponde al bisogno di dare alla città un grande cuore educativo per i giovani. Tra meno di un anno, a settembre 2019, i primi locali cominceranno ad animarsi di vita universitaria.

 

Continua a leggere l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 31 ottobre



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