Guastalla, nuova vita al Santuario della Porta

Si è costituito il Comitato per il restauro

Nel corso del 2011, la caduta di alcuni stucchi che decoravano il Santuario della Beata Vergine della Porta ne ha provocato la chiusura, privando Guastalla e il suo territorio di una delle chiese più frequentate e amate. A questa ferita imprevista si sono aggiunti, nel maggio 2012, i dissesti prodotti dai terremoti che hanno sconvolto l’Emilia e che hanno reso ancora più complessa la situazione del Santuario che per alcuni anni è rimasto accessibile solo in una parte assai limitata, nei pressi della bussola d’ingresso.
Poi, oltre un anno fa, la chiusura definitiva e l’avvio di una fase di osservazione e rilievo necessari a individuare le modalità più appropriate di intervento.

In questi lunghi mesi, la domanda che spesso ha serpeggiato fra i guastallesi circa i tempi di realizzazione dei lavori, ha lasciato spazio allo scoramento di chi ha iniziato a pensare che la Chiesa della Madonna – come viene familiarmente chiamata – non sarebbe più stata riaperta.
L’impegno assunto dal Vescovo monsignor Massimo Camisasca al momento della riapertura della Concattedrale di Guastalla, nell’ottobre 2016, così come le rassicurazioni fornite dal Vicario Generale e parroco di Guastalla monsignor Alberto Nicelli, a tanti erano parse l’espressione di un desiderio più che un programma concreto per il futuro.
Così non era, visto che nel frattempo l’Ufficio per i Beni culturali della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, diretto da monsignor Tiziano Ghirelli, aveva richiesto un finanziamento pubblico per il consolidamento della chiesa, affidando poi l’incarico del progetto di miglioramento sismico a un raggruppamento temporaneo di professionisti mantovani costituito dagli architetti Giorgio Gabrieli e Lorenzo Sodano e dall’ingegnere Alberto Mani.

Il Commissario Straordinario del Governo per la Ricostruzione a seguito dei terremoti dell’Emilia ha ammesso a finanziamento le opere strutturali necessarie a restituire sicurezza al Santuario, ponendo le premesse per la programmazione di un intervento più generale, capace di affrontare anche i problemi impiantistici da tempo irrisolti. Oltre alle opere di miglioramento sismico, il restauro prevede infatti la rimessa in opera degli stucchi che da sempre caratterizzano l’aspetto architettonico di questa che è l’unica chiesa guastallese di impronta barocca e che ne fanno un luogo singolare nel centro storico di Guastalla. Altro tema importante che viene affrontato è quello legato all’illuminazione, nonché al sistema di riscaldamento.

Leggi tutto l’articolo dell’architetto Stefano Storchi su La Libertà del 10 ottobre

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