Famiglia, che grazia
Frizzante pomeriggio di famiglia quello di domenica 30 settembre al Piccolo Teatro San Francesco da Paola, nella parrocchia reggiana di Ospizio, su iniziativa del Forum delle Associazioni Familiari e dell’associazione OL3 in collaborazione con Azione Cattolica. Una conversazione tra famiglie, come la definirà il vescovo Massimo, occasionata dall’arrivo in città, da Roma, degli sposi Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini, autori del libro “Ci vediamo a casa. La famiglia e altri meravigliosi disastri” (Sperling & Kupfer, 206 pagine, 16 euro) e genitori di Giovanni (13 anni), Therese (11), Maddalena (9), Gabriele (6) e di Giorgio Maria, sette mesi. La piccola tribù è presente al completo: mentre papà e mamma dialogano al tavolo dei relatori, i maschi giocano a pallone in oratorio e le bambine si prodigano come baby sitter del neonato, venuto al mondo con la sindrome di Down: sono iper-affettuose.
Gigi, giornalista, si autodefinisce cintura nera di catechismo della Chiesa cattolica, ha fatto esperienze di missione tra Sud Africa e Tanzania e nel Cammino di Santiago; dopo essere stato assessore alla Famiglia, alla Scuola e ai Giovani di Roma Capitale fra il 2011 e il 2013 e avere inventato “OL3” per proporre in giro per l’Italia il “primo annuncio” della Dottrina sociale della Chiesa, da tre anni è presidente nazionale del Forum. Anna Chiara, madre a tempo quasi pieno con ascendenti reggiani, è grafica con alle spalle studi di architettura; figlia unica con il timore, evidentemente infondato, di essere sterile, gestisce con il sorriso e tanta determinazione una complessità familiare sempre ricca di sorprese, a ogni risveglio. Gradevole anche come scrittrice, Anna Chiara.
Con questi due coniugi spigliati e trasparenti si parla di famiglia in modo sincero, convinto, appassionato, lontano da ragionamenti astratti o da definizioni pompose: perché sarà pure vero, anzi è verissimo, che la famiglia è la cellula fondamentale del consesso sociale, ma come altrettanto inconfutabilmente sostiene De Palo non è recitando questa formula che i suoi figli impareranno a promuoverla. E allora la famiglia assomiglia più a un’avventura che si scopre passo per passo, a un momento tutti insieme la sera sul lettone sotto le coperte, per chiamarsi e chiudere fuori lupi immaginari o improvvisati, a un aiuto spontaneo ad altri genitori che attraversano un brutto momento.
Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 10 ottobre