Mistiche nozze per Alessia

Guastalla: per san Francesco la consacrazione di Alessia

Pubblichiamo l’omelia integrale che il vescovo Massimo ha tenuto nel Duomo di Guastalla giovedì 4 ottobre, solennità di san Francesco d’Assisi, patrono della Diocesi, in occasione della consacrazione di Alessia Rinaldi nell’Ordo Virginum.
Le foto sono di Giuseppe Codazzi (per il servizio completo si veda il sito www.laliberta.info).

Cari fratelli e sorelle,
oggi sono due i motivi di gioia per la nostra Chiesa: la festa di san Francesco d’Assisi, patrono di Guastalla e, insieme a san Prospero, della nostra diocesi; e la consacrazione di una nostra sorella, Alessia, nell’Ordo Virginum.

Carissima Alessia, è una coincidenza felice che tu possa celebrare le tue “mistiche nozze con Cristo” (così si esprime la Liturgia) proprio in questo giorno. San Francesco infatti è un modello eminente, uno tra i più belli e luminosi di tutta la storia della Chiesa, per comprendere che il rapporto con il Signore è una storia d’amore, un’unione nuziale. San Francesco fu uno sposo, lo sposo di Cristo, vivente nella sua Chiesa umile e povera. Dante Alighieri, nell’XI canto del Paradiso, ci parla di Francesco come di un innamorato di una donna bellissima, Madonna Povertà, simbolo della Chiesa. Ella era stata la sposa di Gesù, ed era stata assolutamente fedele, perché fu l’unica che “con Cristo pianse in su la croce” (Pd, XI 72). Francesco ebbe come sposa la stessa sposa di Cristo. E i seguaci di Francesco, dice Dante, si scalzarono, cioè abbandonarono tutto, per andare dietro allo Sposo, Cristo, tanto la sposa era affascinante (cf. Pd, XI 83-84). E sposando questa donna così affascinante, la Povertà che è la Chiesa, si trovarono uniti a Cristo, e trovarono così ricchezza e bene per la loro vita (cf. Pd, XI 82).

Il primo momento delle mistiche nozze per ciascun cristiano è il battesimo. In esso siamo stati rigenerati in Cristo, cioè ci è stata donata la possibilità di una vita nuova. Su di esso si radica e fiorisce ogni vocazione. Ciascuno di noi è chiamato ad avere quella disponibilità necessaria perché il dono del battesimo entri sempre di più nel nostro intimo e ci faccia diventare una cosa sola con Cristo. La tua consacrazione è un passo decisivo nel tuo rapporto con Gesù, tuo sposo. È un enorme passo in avanti nell’intimità con lui. Tutto ciò che accadrà nella tua vita, d’ora in avanti, inevitabilmente avrà a che fare con il sì che oggi pronunci.

Torniamo ora per un momento a san Francesco. La liturgia ci dice che egli fu “una viva immagine del Cristo”. Tutto può essere ricondotto a due parole che costituiscono la radice e il frutto della vita del santo di Assisi: povertà e letizia. O meglio: la scelta della povertà e il dono della letizia. Queste sono le strade che consentiranno a te, cara Alessia, di veder fiorire la tua vita. La stessa cosa vale per ciascuno di noi qui presenti, per tutti i cristiani, per ogni uomo.

Leggi tutta l’omelia del vescovo Massimo su La Libertà del 10 ottobre

 

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