CSI: lo sport come formazione

Il Centro Sportivo reggiano ha incontrato dirigenti, tecnici, arbitri e allenatori

La sera del 24 settembre, nella sala antistante al teatro Regiò di via Agosti, il Centro Sportivo di Reggio, con il presidente Alessandro Munarini e il responsabile della formazione Samuele Adani, ha incontrato alcuni dirigenti, allenatori, arbitri e atleti allo scopo di illustrare il nuovo progetto formativo, introducendo come argomento di riflessione il tema “Esiste ancora lo sport?”. Una domanda in apparenza retorica, ma estremamente profonda, come ha spiegato il relatore principale della serata, don Carlo Pagliari, consulente ecclesiastico del Csi provinciale, che ha sottolineato quanto sia fondamentale mettere la persona al centro, prima di vivere gli aspetti tecnici, agonistici, prestativi ed economici. “Il Csi quest’anno sta lanciando nuove iniziative, nuove discipline, confermando numeri da record in ogni attività”, ha spiegato don Pagliari. “Oggi viviamo lo sport con ‘pancia piena e divertimento’ perché lo sport è diventato un grande show e i ragazzini sono presi dall’aspirazione di diventare come Ronaldo solo perché prende più soldi degli altri. Oggi non siamo più capaci di indignarci e se lo facciamo accade per qualche minuto, poi ci ‘massifichiamo’, trasformando tutto in un oggetto usa e getta all’interno di una cultura consumistica che valuta tutto come qualcosa da misurare, da toccare e da valutare in termini economici. è la cultura dello scarto, ma così l’uomo non viene messo al centro e così si fa anche nelle società sportive”.

Nel documento di formazione distribuito si parla di “Noi, Csi”, ossia del cercare di capire e di vivere “la persona” prima ancora dell’atleta. “Nel nostro tempo siamo disordinatissimi dentro di noi, siamo completamente fuori asse”, aggiunge don Pagliari. “Anche a livello scolastico i genitori chiedono cose assurde e nelle società sportive, invece di insegnare i valori dello sport, il sacrifico, l’abnegazione, gli stessi genitori chiedono all’allenatore perché il figlio gioca poco”. A tal proposito, il Csi, parallelamente ai corsi di formazione per allenatori, arbitri, dirigenti e anche sacerdoti vicini alle società sportive, si mette a disposizione delle società del territorio per organizzare percorsi formativi presso le loro stesse sedi attraverso il progetto “Giocare in casa, formazione on demand”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Lorenzo Chierici su La Libertà del 3 ottobre

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