Un contributo di Camisasca per la presentazione del film «Medea» di Pasolini

Callas, nella «presenza» il segreto della sua grandezza

Il Vescovo è stato invitato al Teatro Sociale di Gualtieri la sera del 14 settembre scorso alla presentazione del film “Medea” di Pier Paolo Pasolini, la cui protagonista è Maria Callas. Non potendo essere presente (per la Messa di Regina Pacis), monsignor Camisasca, conoscitore e grande estimatore della Callas, ha voluto inviare all’assessore Marcello Stecco un contributo scritto, che offriamo ai lettori.

Maria Callas (il suo nome era Anna Maria Cecilia Sophia Kalogeropoulos) era di origine greca. Nata a New York, vivrà molta parte della sua vita in America, in Italia, a Parigi. Tornerà spesso nella sua patria, alla ricerca di una terra, di una famiglia che sembravano sempre sfuggirle. C’era in lei come un vuoto, un pozzo che niente riusciva a colmare. Quel buco che fa stringere lo stomaco e che si chiama desiderio di amare e di essere amati.
Per questo non riuscì a trovare pace in nessun amore. Meneghini, il grande impresario veneto che ebbe il merito immenso di capire il dono ineguagliato della Callas artista, l’amò forse più come star che come Maria. Lei lo lasciò per un sogno, un sogno greco di nome Aristotele Onassis, il grande armatore ricchissimo per il quale ella era un gioiello della sua immensa collezione. Onassis però la lasciò qualche anno dopo per un nuovo fiore, Jacqueline Kennedy, dopo averle dato un figlio, che morì pochi istanti dopo la nascita (o che forse era già morto nel suo grembo). Povera Callas!

Leggi tutto l’articolo di Massimo Camisasca su La Libertà del 26 settembre

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