Santa Croce: un quartiere, mille storie

Lieta convivenza fra luoghi di preghiera ed enti diversi

Si può essere immersi in una realtà tutta nuova senza coglierne la verità profonda, come è accaduto al quartiere di Santa Croce e ancora oggi accade; basta osservare le cronache negative dei giornali su questo quartiere di periferia. Se invece proviamo ad aprire gli occhi, appare l’orizzonte del mondo futuro, quello dei prossimi decenni, che ci chiede di essere interpretato in modo corretto.
In uno spazio di poco più di un chilometro, sia in larghezza che in lunghezza, si trova una densità di presenza di religioni e confessioni come non si riscontra da nessun’altra parte. Oltre a due chiese cattoliche, Santa Croce e San Paolo, si trovano una Moschea islamica e sette luoghi di culto evangelico, non coincidenti come origine etnica o identità religiosa: Apostolic Foundation Church; Assemblea Cristiana Evangelica Betel; Chiesa Cristiana Evangelica di Reggio Emilia; Assemblea di Dio in Italia-Centro Betania; Comunità Cristiana Evangelica; Good News Church; House of Grace Chapel.

A tale elenco bisogna aggiungere la presenza di un “anziano” (uno dei responsabili) di una Chiesa Evangelica con sede a Parma; ma anche altre due realtà che operano nel quartiere: la preghiera interreligiosa mensile, che si svolge presso il Centro di Ascolto in San Paolo e, soprattutto, Galilea delle Genti, la Diaconia delle Reggiane, che ogni sabato riunisce intorno al Vangelo una ventina di persone diverse per etnia, confessione e religione, residenti in un capannone delle Reggiane in situazione di povertà e degrado indescrivibili, come chi vive senza acqua corrente, senza energia elettrica e senza servizi igienici. Eppure ascoltano il Vangelo della domenica successiva come Parola di Dio e non come parola di uomini, pregano e lodano il Signore per quasi due ore, mettendo le loro speranze di riscatto e di liberazioni nelle Sue mani.

Il fatto grande, che rende profetica la situazione del Quartiere, è che in tutti i luoghi di culto sopra elencati si ascolta la parola di Dio, si prega, si loda il Signore per tre-quattro ore la domenica mattina (il venerdì nella Moschea) e per un paio d’ore due volte nei giorni feriali.
Ecco: sul quartiere di Santa Croce una grande luce ha squarciato le tenebre come nella “Galilea delle Genti” del Vangelo, dove Gesù ha iniziato l’annuncio della Buona Notizia, il Vangelo. Anche se gli occhi della pubblica opinione sono ciechi, questa è la realtà vera di Santa Croce.
Ma non è finita. Quest’anno, grazie alle riunioni del Laboratorio di cittadinanza, abbiamo scoperto che in questo piccolo territorio di 1×1 km sono presenti una trentina di Gruppi, Associazioni, Enti che operano per il riscatto culturale e sociale della gente e per la vivibilità del territorio.

Leggi l’intero articolo di Vittorio Cenini su La Libertà del 26 settembre

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