Lourdes? Sì, grazie! Ma perché?

Due sorelle al pellegrinaggio regionale dell’Unitalsi

Eravamo davvero in tanti al pellegrinaggio regionale a Lourdes dal 22 al 28 agosto. Un treno di gente? No, di più! Un treno e due aerei, eppure i veterani dell’UNITALSI sostengono che in passato la partecipazione era ancora maggiore, segno che andare a Lourdes è importante per i cristiani. Senza la pretesa di fare un’indagine di alta qualità, proviamo a chiederci perché si va a Lourdes. Una risposta elementare è perché è tanto bello, ma proviamo a immaginare quali altre ragioni possono avere spinto i partecipanti a partire, e quale senso ha avuto la loro presenza alla Grotta di Massabielle.

Chi c’era, al pellegrinaggio? Innanzitutto, due Arcivescovi: monsignor Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna-Cervia e monsignor Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola. Perché due Arcivescovi? Perché a Lourdes si sente con il cuore – ma anche con gli occhi e con le mani – la Chiesa nel suo aspetto universale, la moltitudine dei credenti con un cuor solo e un’anima sola, e non può certo mancare la presenza dei Pastori; le loro parole ci hanno aiutato a comprendere il vero significato del pellegrinaggio: obbedire con fedeltà, nelle nostre azioni quotidiane, al comando di Maria ai servi degli sposi di Cana: “Qualunque cosa vi dica Gesù, fatela”. Poi, c’erano monsignor Guiscardo Mercati, don Giuseppe Lusuardi e tanti altri sacerdoti che hanno offerto il loro servizio come collaboratori nella celebrazione della Messa e del Sacramento della Riconciliazione

Leggi tutto l’articolo di Elisabetta Morini su La Libertà del 5 settembre

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