Il muto parla!

Il primo miracolo della Madonna della Ghiara (29 aprile 1596)

“Il muto parla!”: è il grido con cui Ciano il beccaio, che teneva in casa come un figlio il trovatello Marchino da Castelnuovo, svegliò sua moglie all’alba del 29 aprile 1596 quando si accorse che Marchino era stato miracolato.
Conviene riesaminare l’avvenimento, visto che oggi i cattolici si vergognano di parlare di miracoli, in quanto ciò non è politicamente corretto; così quando trattano del fenomeno storico che si sviluppò attorno alla Madonna della Ghiara dicono rapidamente che un ragazzo muto improvvisamente guarì, poi si diffondono sulle conseguenze pratiche del fatto.

Questa estrema riduzione di quell’episodio miracoloso è sottilmente irritante. Dire che Marchino riacquistò la parola è politicamente corretto perché non è nulla; infatti, a parte le facili ironie sugli studenti che subiscono crisi di totale mutismo sotto lo shock di un’interrogazione, una guarigione improvvisa così lontana nel tempo sfuma nella nebbia dei secoli e si apre ad ogni interpretazione. In sostanza, si dice, chissà cos’è successo veramente. Dunque presentare il miracolo in quel modo è politicamente corretto poiché non impegna minimamente chi parla – e ancor meno chi ascolta – a credere alla possibilità del miracolo e, in particolare, alla realtà di quello specifico di allora.

Torniamo allora ai documenti del tempo e alle tante testimonianze chiare e certe in proposito: Marchino era certamente del tutto sordo e non aveva la lingua; per questo non parlava in nessuna maniera. Nella notte tra il 28 e il 29 aprile 1596 riacquistò l’udito e gli crebbe la lingua; contemporaneamente imparò ad usarla e quindi parlò subito e dimostrò di conoscere tutte le parole, che invece, in quanto sordo, avrebbe dovuto ignorare. Quest’analisi dell’avvenimento non è mia, ma dei contemporanei, che individuarono in questi gli elementi fondamentali di tutto l’evento e su questi raccolsero testimonianze più che esaurienti.
Dopo di che, volendo sintetizzare il fatto con un suo elemento fondamentale, per gli antichi era sufficiente dire che un muto aveva parlato. Per noi no; la polemica per negare il divino è così progredita nel tempo che ci sarà sempre qualcuno che troverà le più strane cause naturali che a suo parere spiegano ugualmente il fenomeno. Per noi è molto più importante un altro elemento: dato che siamo radicalmente materialisti e siamo legati alle ferree leggi della natura, di tutto l’evento la cosa più sorprendente e veramente inspiegabile è la crescita della lingua, che comporta una creazione di materia.

A questo proposito va sottolineato un particolare molto significativo: al ragazzo in vari avevano guardato in bocca quando, tempo prima, era comparso tutto infreddolito e solo nel mercato cittadino; volevano vedere se era uno dei soliti falsi mendicanti, ma si tranquillizzarono quando videro che in effetti aveva solo un pezzettino di lingua lungo come un’unghia e attaccato al palato. Tempo dopo, la moglie del beccaio, che lo aveva accolto in casa per carità, lo condusse con sé a Loreto per chiedere alla Madonna di guarirlo. Al ritorno si fermarono alla Madonna di Imola e Marchino indicò che si sentiva strano. 

Leggi tutto l’articolo di Zeno Davoli su La Libertà del 5 settembre

 

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