Le mezze verità sui numeri relativi ai migranti in Italia

Quasi sempre la descrizione di fenomeni sociali complessi passa, almeno in prima istanza, attraverso la lente di ingrandimento dei numeri. Questo è tanto più vero con riferimento ai temi legati all’immigrazione che, negli ultimi decenni, sono stati oggetto di molte analisi.
Però, com’è noto, le statistiche raccontano solo una parte della realtà.

Una celebre frase del politico australiano William Watt ci ricorda che non bisogna fidarsi di ciò che le statistiche dicono prima di avere attentamente considerato quello che non dicono. La conferma di ciò la troviamo nella lettura degli ultimi dati sull’immigrazione. Dal cruscotto statistico del ministero dell’Interno è possibile rilevare periodicamente i numeri sugli arrivi di migranti in Italia o sulla redistribuzione in altri Paesi, come previsto dall’agenda europea nel 2015. L’ultimo aggiornamento è del 13 luglio.
Sul sito del Viminale si legge che dal 1° gennaio a oggi sono arrivati 17.168 migranti contro gli 86.520 giunti nello stesso periodo dello scorso anno. Quindi si registra un meno 80%. Letto frettolosamente il dato porterebbe alla conclusione che la politica ferma e risoluta di questo governo stia funzionando. E invece non è così.

I numeri da soli non sono in grado di raccontarci la vera storia di questo decremento. Il calo degli sbarchi è il frutto dell’accordo fatto dal precedente governo con la Libia. Già un anno fa, infatti, si era registrato un decremento consistente che è continuato anche nei mesi successivi. Inoltre questo dato non è in grado di dirci la cosa più importante, ovvero che il “presunto successo” del governo nella diminuzione degli sbarchi è, contestualmente, la sconfitta e la rovina per migliaia di migranti, oggi rinchiusi nelle carceri libiche.

Leggi tutto l’articolo di Oliviero Forti su La Libertà del 25 luglio

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