Al via la raccolta della Prugna Zucchella di Lentigione

Coldiretti Reggio Emilia: inizia la raccolta del prodotto simbolo del paese di “Peppone e Don Camillo”. Dopo alluvione di Lentigione di Brescello meno resa ma resta alta la qualità

Dopo l’alluvione che ha interessato l’intera frazione di Lentigione di Brescello nel dicembre scorso causando non poche preoccupazioni ad agricoltori e cittadini, ora nel pieno dell’estate si iniziano a raccogliere i frutti di uno tra i prodotti agricoli più apprezzati e riconosciuti in Emilia Romagna, simbolo del paese di “Peppone e Don Camillo”: la Prugna Zucchella di Lentigione.

“Le previsioni di inizio stagione erano poco rassicuranti – commenta Alessandro Guidetti responsabile Coldiretti della zona di Guastalla – tra i centinaia di ettari a seminativi e una parte a vigneto sommersi dall’acqua che aveva colpito principalmente le zone di Boretto e Brescello, a Lentigione la piazza era stata invasa da un metro d’acqua arrivando anche nei campi di alcuni dei produttori custodi della Prugna Zucchella di Lentigione che coltivano piante di oltre 30 anni preservandone l’integrità e la qualità.”

“All’Associazione per la Valorizzazione della Prugna Zucchella di Lentigione – commenta il presidente Enzo Soliani aderente alla Rete delle Fattorie di Campagna Amica Reggio Emilia – aderiscono 15 soci che coltivano circa 2 ettari, con il 50% di piante tra i 20 e i 30 anni di età. I primi alberi piantati qui da noi – prosegue – sono classe 1957. Stiamo comunque proseguendo nell’impianto di nuovi frutteti per preservare e garantire il mantenimento di questo prodotto tradizionale di Reggio Emilia.” 

                

“Oggi, dopo aver costantemente monitorato lo stato delle piante da frutto e contenuto i focolai batterici dovuti alle condizioni metereologiche – commenta Andrea Artoni Vice Presidente dell’Associazione per la Valorizzazione della Prugna Zucchella di Lentigione, tra i più colpiti dall’acqua e dal fango portati dall’alluvione – iniziamo a raccogliere le prugne e possiamo constatare quanto, nonostante tutto, quest’anno sia ottimo per sapore e pezzatura ma non altrettanto per quantità. Si prospetta una produzione di confettura senza zucchero aggiunto di ottima qualità che potrà deliziare i consumatori più attenti di tutte le età.” 

«È un grande patrimonio di tradizione e tipicità – dichiarano Eugenio Torchio e Assuero Zampini della Coldiretti di Reggio Emilia – custodire questo prodotto è importante per mantenere alto il valore della biodiversità vegetale oltre che preservare produzioni agricole che altrimenti rischierebbero di scomparire.  Di pochi giorni fa – proseguono – è la notizia che secondo la diciottesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni, Reggio Emilia ne conta ben 97. È questo, ribadiamo, il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari. Un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che l’Italia e l’Emilia Romagna possono oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri».

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