Migranti, dalla UE risposta comune

Intervista al cardinale Parolin: «No ai porti chiusi»

“Noi vorremmo che le religioni diventassero fattori di pace e che, attraverso un serio e costruttivo dialogo interreligioso, offrissero soluzioni a tanti conflitti che ci sono nel mondo, soprattutto quando vengono strumentalizzate per intensificare le divisioni”. È l’auspicio che il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, formula a margine di un convegno internazionale che si è tenuto a Roma sulla libertà religiosa, organizzato dall’ambasciata Usa presso la Santa Sede con la Comunità di Sant’Egidio e Aiuto alla Chiesa che soffre.
“Ho partecipato a questo convegno – spiega Parolin – proprio perché, come sapete, la Santa Sede è in prima linea nella difesa e nella promozione della libertà religiosa e vede con estrema preoccupazione ciò che sta capitando nel mondo dove le minoranze, sia etniche sia religiose, non vengono rispettate, anzi sono molte volte osteggiate spesso fino a farle scomparire. Credo che ogni iniziativa che si prende in questo ambito, ogni azione che si compie, deve essere appoggiata”.
“Le persecuzioni religiose continuano a crescere in maniera incredibile”, ha detto Parolin, prendendo la parola all’incontro, assicurando che “la Santa Sede non si stancherà mai di denunciare queste situazioni per tutti i gruppi etnici e religiosi che possono subire questo genere di discriminazioni. C’è bisogno di dialogo e di riconciliazione per poter far rimarginare queste ferite e promuovere la libertà religiosa”.
L’educazione dei giovani e il ruolo dei leader religiosi: sono questi – dice il segretario di Stato vaticano – i due fronti su cui la Santa Sede incoraggia ad agire. Perché “non vi sarà pace senza adeguata istruzione delle future generazioni” e perché tutti oggi – i governi e la società civile – sono chiamati ad affermare che “non ci dovrebbe essere alcuna violenza in nome della religione”. Ma un ruolo speciale lo devono svolgere i leader religiosi: “Devono smascherare la violenza che danneggia la religione e il nome di Dio”, incalza Parolin. “La violenza e il credo religioso sono incompatibili”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Maria Chiara Biagioni e Daniele Rocchi su La Libertà del 4 luglio

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