Aborto, donne del Centro di Aiuto alla Vita in ascolto

Il Centro di Aiuto alla Vita di Reggio Emilia ha sviluppato il progetto “Donne in Ascolto”, rivolto alle donne che hanno vissuto l’esperienza di una gravidanza interrotta.
La sera del 14 giugno, presso il “Catomes tot” al Parco Cervi di Reggio Emilia, è stato presentato ad opera di Alberto Sabatini questo servizio offerto da un gruppo di psicologhe e psicoterapeute che operano insieme ai volontari del Cav per dare questa opportunità di assistenza psicologica.
Tre professioniste – Chiara Covri, psicologa e psicoterapeuta, Silvia Vighi, psicologa specializzanda in etno-psicoterapia, Maria Chiara Zaccaro, psicologa sessuologa, specializzanda in psicoterapia – hanno raccontato di come l’interruzione di gravidanza possa essere annoverata tra quei traumi che sono stati definiti ‘a T maiuscola’, cioè che coinvolgono la vita, la propria incolumità, la propria sopravvivenza e quindi comportano una perdita nel proprio essere e necessitano di una elaborazione.

Chiara Covri ha spiegato come alcune persone riescano a elaborare questo lutto, altre necessitino di un sostegno di una persona che entri nel loro vissuto e ascolti il loro dolore. Infatti spesso nella nostra società si tende anche in buona fede ad incoraggiare la donna dopo un aborto spontaneo o volontario a passare velocemente oltre, spesso senza capire che un po’ di tempo è necessario per prendere coscienza di questo evento.
In alcuni casi ci può essere un’elaborazione negativa che comporta la perdita di fiducia in se stesse anche in ambito lavorativo e familiare.

Continua a leggere tutto l’articolo di Elena Rivolti su La Libertà del 27 giugno

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