I doni dello Spirito

L’omelia nella Messa di consacrazione presbiterale di don Emanuele, don Marco e don Prince e di ordinazione diaconale di fra Jose Adonis

Pubblichiamo il testo integrale dell’omelia pronunciata dal Vescovo in Cattedrale sabato 19 maggio per la Messa di ordinazione sacerdotale di don Emanuele Sica, don Marco Lucenti e don Prince Osei Ampong e di ordinazione diaconale di Jose Adonis Bongo.

Cari fratelli e sorelle,
stiamo entrando nella solennità di Pentecoste. Questa festa è iniziata nel momento stesso della creazione, quando lo Spirito di Dio si librava sulle acque (cfr. Gen 1,2). È proseguita in molteplici effusioni durante l’Antica alleanza. Si è definitivamente celebrata durante la vita di Gesù: nella sua passione e morte, quando ha reso lo Spirito; nella sua resurrezione, quando apparendo ai discepoli gliene ha fatto dono.
E infine nella Pentecoste, il Consolatore si è posato come fiamma su una moltitudine di credenti, inizio definitivo della Chiesa.

Sappiamo che ogni giorno è Pentecoste: ogni giorno, anzi, ogni istante, Dio, attraverso il sacrificio del Figlio, rinnova l’effusione dei suoi carismi.
Questa sera, durante la celebrazione eucaristica, vivremo un momento di particolare grazia: attraverso lo Spirito Santo, quattro nostri fratelli riceveranno l’unzione che li renderà diaconi o presbiteri, donando loro così una particolare assimilazione alla persona e alla missione di Gesù. (clicca qui per vedere tutte le foto)

Cari amici, dovrete ogni giorno meditare, anzi, entrare con tutta la vostra persona, nel vangelo proclamato questa sera. Chi ha sete venga a me e beva (Gv 7,37). Se non sperimenterete la sete, non nascerà in voi il desiderio. Nella sete del sacerdote vive la sete del mondo. La sperimenterete in voi, provocherà fatica e dolore, forse anche delle ferite. Ma attraverso di essa, sentirete il desiderio di andare a Cristo e di portare a lui la sete del mondo.
Dovrete ogni giorno abbeverarvi a Cristo: dovrete amare il silenzio, la preghiera, la meditazione, la confessione dei vostri peccati; vivere la sete della celebrazione eucaristica e della predicazione.

Cari fratelli, se non berrete ogni giorno a Cristo, non sgorgheranno da voi i fiumi dell’acqua viva. Queste parole del vangelo sono in realtà rivolte a ogni battezzato. Le sento innanzitutto dirette a me, e poi a ciascuno di voi che partecipate a questa liturgia.
In particolare, come ho detto, sono rivolte questa sera ai nostri quattro ordinandi. Vi supplico: diventerete aridi, se non berrete ogni giorno a Cristo, attingendo alle sorgenti inesauribili della sua grazia e della sua sapienza. (clicca qui per vedere il video integrale dell’Ordinazione)

La vita e il ministero del sacerdote sono oggi particolarmente difficili, anche se ancora più affascinanti di un tempo. Il presbitero è di fronte al peccato e alla grazia senza mediazioni. Non c’è più una società ordinata secondo Dio, che custodisca il suo ministero. Egli è chiamato a discendere agli inferi, tenuto per mano da Cristo e dai fratelli a lui più vicini, per potere riguadagnare a Cristo le anime degli uomini e delle donne, smarriti dietro al fascino illusorio del peccato.

Leggi tutto il testo integrale dell’omelia di monsignor Camisasca su La Libertà del 23 maggio

 



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