Nominati tre nuovi cardinali legati alla nostra diocesi

Tra i quattordici neocardinali annunciati ieri da Papa Francesco, tre – in qualche modo -hanno legami con la nostra diocesi.

Mons. Désirè Tsarahazana, classe 1954, ordinato presbitero nel 1986, è arcivescovo di Tamatave in Madagascr dove il 2 giugno 1977 venne aperta una casa della carità, intitolata al secondo mistero gaudioso, in cui operano le carmelitane minori fondate da don Mario Prandi.

Mons. Désiré Tsarahazana

A Sua Beatitudine Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei (Iraq) vennero consegnate le offerte raccolte nella colletta straordinaria indetta in diocesi dal vescovo Massimo Camisasca e presentate l’8 settembre in Ghiara durante la celebrazione eucaristica che aprì l’anno pastorale 2014-2015. Vescovo ausiliare della Metropolia Patriarcale di Babilonia dei Caldei è mons. Saad Sirop, che ha profondi legami con la parrocchia cittadina di San Pellegrino: alla sua consacrazione episcopale fu presente il parroco don Giuseppe Dossetti.

Louis Raphael Sako

L’arcivescovo Luis Ladaria, prefetto della Congregazione della Fede, gesuita, lo scorso 26 febbraio presiedette nella chiesa romana di Sant’Ignazio la solenne concelebrazione eucaristica in occasione del 140° della morte dell’astronomo reggiano padre Angelo Secchi. In quell’occasione pronunciò un’ampia e approfondita omelia – pubblicata dal settimanale diocesano “La Libertà” e in questi giorni anche da “Civiltà Cattolica”. Mons. Ladaria definì padre Secchi “l’ultimo di una lunga serie di gesuiti scienziati che si formarono e operarono al Collegio Romano, e, nello stesso tempo, è il primo rappresentante di una nuova tradizione scientifica che ancora oggi è viva nel campo della moderna ricerca astrofisica, in Italia e nel mondo. La sua testimonianza di sacerdote gesuita e di scienziato è ancora di grande attualità”. Lo stesso Papa Francesco così definì l’astronomo reggiano, nato il via Porta Brennone il 28 giugno 1818 e battezzato il giorno dopo in Battistero: “E’ stato un esempio importante anche oggi per quei religiosi che dedicano la loro vita a stare proprio sulle frontiere tra la fede e il sapere umano, la fede e la scienza moderna”.

g.a.rossi

L’arcivescovo Luis Ladaria

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