Norme regionali sui centri estivi: comunicato della Diocesi

Norme regionali sui centri estivi: non riconosciuta la specificità degli oratori. La Diocesi auspica una revisione delle procedure per le parrocchie. Collaborazione in atto con il Comune di Reggio Emilia per una semplificazione

Nella mattina di sabato 28 aprile la Diocesi reggiano-guastallese ha promosso, presso l’Oratorio “Don Bosco” di via Adua a Reggio, un incontro informativo a cui erano convocati tutti i parroci, insieme ai loro collaboratori educatori di oratorio, e tutti i sindaci o assessori di competenza sia del Comune di Reggio Emilia, con “Officina educativa”, che degli altri Comuni del territorio diocesano distribuiti tra la provincia reggiana e quella modenese. L’oggetto era l’ambito d’applicazione della Delibera n. 247 del 26/2/2018 della Giunta della Regione Emilia-Romagna contenente la nuova Direttiva per l’organizzazione e lo svolgimento dei centri estivi nel territorio regionale; la normativa è collegata al “Progetto per la conciliazione tempi cura lavoro: sostegno alle famiglie per la frequenza di centri estivi”, approvato dalla Giunta emiliano-romagnola, che ha stanziato risorse provenienti dal Fondo sociale europeo in 13 milioni di euro su due anni.

All’incontro hanno partecipato per la Diocesi il Vicario generale monsignor Alberto Nicelli, il direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile don Carlo Pagliari e il responsabile del Servizio diocesano di coordinamento giuridico-tecnico-amministrativo don Andrea Pattuelli; per il Comune di Reggio Emilia erano presenti Raffaella Curioni, assessora a Educazione e conoscenza, con delega a Nidi e scuole dell’infanzia, Scuole primarie e secondarie di primo grado, Creatività giovanile, Università, e Eugenio Paterlini di Officina Educativa.

Monsignor Nicelli ha anzitutto evidenziato come le norme regionali, omologando una gamma di servizi molto eterogenea quanto a tipologie e soggetti, di fatto non riconoscano la specificità educativa e sociale e la storia delle attività oratoriali svolte dalle parrocchie. “L’oratorio estivo – ha detto il Vicario generale – è un’attività istituzionale delle parrocchie, prolungamento di un’opera pastorale che dura tutto l’anno, aperta a tutti senza distinzione di appartenenza confessionale o etnica. In tale ambito l’accoglienza e i servizi ai giovani rientrano tra le opzioni concrete della misericordia evangelica. Siamo in presenza di una significativa discordanza tra la classificazione che la direttiva regionale fa dei centri estivi e l’attività di quelli parrocchiali”.

“Ogni parrocchia infatti – ha aggiunto don Pagliari – dispone di un progetto educativo e instaura con i genitori un rapporto che non ha natura lucrativa e/o commerciale, ma si configura piuttosto nella veste dell’alleanza educativa tra la Chiesa e le famiglie dei ragazzi”.

Il punto più critico della Delibera regionale è quello sulle procedure per l’apertura dei centri estivi, dal momento che è prevista una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) al Comune da presentare in tempi molto stretti. Sulla questione il confronto rimane aperto sia con la Regione, Servizio Politiche sociali e socio educative, sia con la Consulta regionale per la pastorale giovanile e con altre Diocesi, come quelle di Bologna e di Ravenna, che pure hanno espresso perplessità sulla normativa.

“La Diocesi – ha detto ancora il Vicario generale – ha condiviso finora con il Comune di Reggio Emilia, che ringraziamo per la collaborazione, un percorso di applicazione responsabile che anche la Regione ha mostrato di apprezzare”. In sintesi e in via sperimentale a valere per l’anno 2018, come ha spiegato don Pattuelli, per i centri estivi ecclesiali del Comune capoluogo sarà possibile presentare entro l’8 maggio una SCIA semplificata, accompagnata da una lettera del parroco in cui vengono valorizzate  tipicità, natura e finalità dell’attività parrocchiale, cercando di armonizzare la normativa canonica con quella civile, alla luce dei principi di rango costituzionale. Lo scopo è continuare a lavorare al fine di tradurre la dimensione dell’attività parrocchiale dei centri estivi per ragazzi in adeguati strumenti di segnalazione dei requisiti normativi.

La Diocesi, ha concluso monsignor Nicelli, auspica che il percorso approntato con il Comune capoluogo possa essere intrapreso anche dagli altri Comuni per quest’anno, in attesa di una revisione più ampia e migliorativa delle modalità applicative della Direttiva, a cui la Regione si è detta disponibile.

 

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