Sostegno alle persone e prevenzione

Il Consultorio familiare «Affidarsinsieme» spiegato dal suo direttore

L’anno prossimo ricorrerà, per il Consultorio familiare, il decennale dall’avvio della gestione rinnovata. Era l’ottobre 2009 infatti quando quest’organismo diocesano muoveva i primi passi, sostenuto dall’allora costituenda Associazione di promozione sociale “Affidarsinsieme”. Per fare il punto sull’attività del Consultorio abbiamo fatto visita agli ambienti al 2° piano della sede di via Reverberi, a Reggio, presso i rinnovati e accoglienti locali di proprietà della parrocchia di Sant’Agostino che ha messo a disposizione gli spazi per ospitare queste attività. Con l’affabilità e il sorriso di benvenuto che tanti hanno imparato a conoscere, ci accoglie il direttore, Francesco Zappettini, psicologo clinico di comunità e psicoterapeuta, con esperienza pluriennale applicata nel campo educativo e consulente professionale di realtà del territorio per la formazione e la gestione risorse umane.

Francesco, come si struttura la vostra attività attualmente?
Dividerei il nostro impegno fondamentalmente in due dimensioni. Una riguarda le iniziative formativo-preventive rivolte alle parrocchie che ne fanno richiesta; il campo è prevalentemente quello dell’affettività, della formazione di gruppi giovanili e loro educatori di riferimento, comunque di tutti coloro che svolgono funzioni di responsabilità educativa, l’ambito che chiamerei dell’educazione alle “grammatiche di comunicazione e relazione interpersonale”.

Questo primo ramo sembra avere una connotazione più “d’insieme” e meno personalizzata…
È un lavoro personalizzato ma… mirato sulle esigenze delle singole comunità, costruito ad hoc per loro. Per le realtà che ci contattano predisponiamo una sorta di “consulenza alla domanda”. Questi progetti strutturati costituiscono una “metà dell’anima” della nostra attività. Stiamo tutti insieme lavorando affinché in questo tipo di compito possano costruttivamente allinearsi le prospettive dei quattro principali uffici dell’attività pastorale della diocesi: famiglia, universitaria, dei giovani, della catechesi. Diventa un modo per connettersi a 360 gradi con le comunità. E da un dialogo più “generalizzato” nulla vieta poi che possano innestarsi interscambi più approfonditi e specifici, per esempio coi gruppi genitori.

Continua a leggere l’articolo di Matteo Gelmini su La Libertà del 25 aprile

 



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