San Pio da Pietrelcina, mistico della carità

Monsignor Michele Castoro si prepara alla visita del Papa, il 17 marzo

“Quanti vengono nella vostra bella terra – e io ho voglia di andarci – possano trovare in voi un riflesso della bellezza di Dio”. Sta in questa aggiunta a braccio – contenuta in un discorso memorabile pronunciato il 6 febbraio del 2016, durante l’incontro con i Gruppi di preghiera di Padre Pio, nel corso della “peregrinatio” in piazza San Pietro delle urne di San Pio da Pietrelcina e San Leopoldo Mandic nell’anno giubilare – la genesi della visita del Papa a Pietralcina e a San Giovanni Rotondo. A rivelarlo è monsignor Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, che nel settembre scorso ha formalizzato la richiesta al Papa. “La risposta è arrivata, ed è stata positiva”, commenta il vescovo: “il 17 marzo avremo la gioia di averlo tra noi”. Vogliamo che la sua visita “sia un evento di grazia, che papa Francesco venga accolto per confermarci nella fede, per incoraggiarci nel nostro progetto pastorale, per dare una svolta al nostro essere cristiani tramite il suo magistero e i suoi gesti”.

Dopo don Milani e don Mazzolari, e prima di don Tonino Bello, il Papa ha scelto un’altra figura di prete da additare come modello ai fedeli. Chi era, sotto questo profilo, Padre Pio?
Padre Pio rappresenta una tipologia particolare di sacerdote, in particolare di religioso: era cappuccino e francescano, le cronache dell’epoca non parlavano di lui come di don Milani o Mazzolari, che hanno anticipato il Concilio con la loro predicazione e le loro lezioni dirompenti, profeti di una Chiesa in riforma.

Continua a leggere tutto l’articolo di Maria Michela Nicolais su La Libertà del 7 marzo



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