I giornali diocesani? «Preziosi ed efficaci»

Il Papa: sono spazi per vivere la prossimità alla gente

Un’occasione privilegiata per porgere di persona a papa Francesco, con un giorno d’anticipo, gli auguri per il suo 81° compleanno, ma soprattutto per portargli il saluto di tutti i lettori de La Libertà, dopo che già l’anno scorso, il 9 aprile 2016 per l’esattezza, eravamo andati in piazza San Pietro a Roma, con un pullman da Reggio Emilia, a festeggiare i primi 50 anni della Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc).
Stavolta il luogo dell’udienza era più raccolto – la Sala Clementina, magnifica perla del Palazzo Apostolico – e l’occorrenza, nella mattinata di sabato 16 dicembre scorso, è stata propiziata dall’Unione Stampa Periodica Italiana (Uspi), con circa 3.000 testate la maggiore associazione nazionale di categoria dei piccoli e medi editori di periodici, che ha chiesto e ottenuto di poter essere ricevuta, unendo poi nella felice opportunità anche sorella Fisc, che raggruppa i settimanali diocesani.

Essendo La Libertà iscritta sia alla Fisc che all’Uspi, il nostro giornale ha potuto gustare “pienamente” l’incontro, a cui ha partecipato anche il vicedirettore del Centro diocesano per le Comunicazioni sociali Emanuele Borghi. Sedevano in sala amministratori, direttori, giornalisti e collaboratori di numerose realtà editoriali sia cartacee che online, insieme ad alcuni familiari.

Nel suo indirizzo di saluto don Giorgio Zucchelli, presidente dell’Uspi nonché direttore de Il Nuovo Torrazzo, storica voce della Chiesa di Crema (quindi oggi del “nostro” monsignor Gianotti), ha parlato dell’impegno dei piccoli editori, portato avanti con orgoglio, di “tener vivi il pluralismo democratico e la libertà di espressione, che rischiano di essere condizionati dai grandi network nelle mani di pochi”. Non è scivolato sulla buccia, così frequente nei discorsi ufficiali, della retorica paludata. Anzi, facendo riferimento espressamente al mondo Fisc, così si è rivolto a Francesco: “A Lei, Santità, chiediamo innanzitutto una benedizione e un incoraggiamento per il nostro lavoro, oggi più difficile, per la crisi che preoccupa il mondo dell’editoria e ha provocato e provoca la chiusura di tante testate, purtroppo anche di quelle delle diocesi: è molto doloroso per noi perdere pezzi di democrazia e soprattutto siamo molto sorpresi nel vedere Chiese locali che si privano della grande possibilità di arrivare con il loro messaggio nelle periferie dei loro territori. Non lo comprendiamo proprio”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 23 dicembre