Giornata Missionaria Mondiale: la messe è molta, ma la Carità ci fa continuamente pellegrini

Oggi anche noi vediamo che la messe è molta! Cerchiamo di vedere questo grande dono che è l’umanità intera. È una messe preparata per noi da Dio. “In virtù del battesimo ricevuto, ogni membro del popolo di Dio è diventato discepolo missionario” (EG 120). Rimaniamo così attratti da questa moltitudine e sentiamo dentro di noi l’urgenza della carità di Cristo che ci spinge a partire, a portare a tutti il dono fecondo della Sua vita, della Sua Parola e dell’Eucaristia. 

Tra il “per voi” e il “per tutti” c’è la nostra risposta di discepoli missionari, c’è la volontà di Gesù di portare sé stesso attraverso ciascuno. Gesù ci chiede di portarlo sulle strade del mondo come comunità pellegrina. Dall’Eucaristia nasce e prende forma la Chiesa, popolo che cammina e condivide l’incontro che ciascuno ha fatto con Gesù. Da quest’incontro nasce la comunione tra le persone e Dio e, di conseguenza, tra le persone stesse.

Nella comunione in Dio, ogni battezzato dovrebbe avvertire l’urgenza della condivisione della propria vita con ogni persona che incontra, trasformandola in un annuncio di salvezza. Non è quindi su quanti siamo noi, ma sulla messe abbondante che siamo chiamati a volgere il nostro sguardo e il nostro cuore. Saremo sempre poco rispetto al dono della vocazione di essere Chiesa, la Sua Chiesa.
Il lievito è sempre meno rispetto alla pasta, ma se vuole rispondere alla sua vocazione deve essere messo dentro, mescolarsi alla farina. Anche noi nel nostro poco siamo chiamati a lasciarci per primi attrarre dalla bellezza di questa nostra vocazione di discepoli missionari, di Chiesa in continuo e rinnovato stato di missione.

Continua a leggere tutto l’editoriale di don Pietro Adani su La Libertà del 21 ottobre

 



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