Con don Andrea non cugini, ma fratelli!

Montecavolo ha abbracciato il nuovo parroco, in unità con Quattro Castella

Sabato 30 settembre, nella chiesa dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria di Montecavolo, è stato accolto don Andrea Contrasti come nuovo parroco dell’unità pastorale di Quattro Castella, Roncolo, Salvarano e Montecavolo. Sosterranno don Andrea nel suo compito don Romano Vescovi e don Filippo Manini. Ad accompagnare don Andrea erano presenti numerosi fedeli, diaconi e sacerdoti delle parrocchie circostanti, tutti uniti in un comune sentimento di affetto e di festa per il nuovo arrivato. Anche la Casa della Carità di Cavriago ha partecipato alla Messa facendo sentire la sua gioiosa presenza.
Il sindaco Andrea Tagliavini ha presentato a don Andrea la comunità di Montecavolo e Salvarano. Tagliavini ha descritto questa comunità come attiva e dinamica: al sorriso e all’impegno dei giovani, che riempiono di vita gli spazi delle parrocchie e dei paesi, si affiancano i tanti parrocchiani che animano il Circolo, assolvendo a quella funzione di socializzazione di cui la nostra società tanto ha bisogno. (Clicca QUI e guarda tutte le foto)

In questa comunità sono presenti la scuola dell’infanzia “Don Silvio Castagnini”, che offre alle famiglie un servizio importante per la crescita e lo sviluppo dei più piccoli, e il Giardino di San Giuseppe che dà un’altra possibilità a persone cui la vita sembrava riservare solo sofferenza ed emarginazione. Una comunità come quella di Salvarano, poi, è capace di organizzare la più bella esposizione di presepi della provincia per far riscoprire a famiglie e bambini l’amore della Natività. Tagliavini ha invitato ciascuno a sentirsi partecipe del cambiamento e non solo spettatore. La celebrazione è stata guidata dal Vicario del Vescovo, monsignor Alberto Nicelli, che riprendendo il vangelo di Matteo ha paragonato l’unità pastorale alla vigna del Signore dove siamo tutti chiamati a lavorare mettendo a disposizione i nostri talenti e il nostro tempo perché portino frutto.

Nell’omelia Nicelli ha sottolineato che questa unione non deve aumentare le divisioni e le differenze presenti tra le comunità, ma deve essere un momento di cambiamento in cui aprire i cuori verso nuove prospettive. Don Alberto ha chiesto di non guardare alla figura del sacerdote come a un amministratore, ma come a una guida a cui non far mancare sostegno costante e affetto.

Leggi l’articolo completo di Simone Diana su La Libertà del 7 ottobre



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