Sposarsi alla scuola di Tobia e Sara

La proposta che accompagna per un biennio i fidanzati al sacramento nuziale spiegata e rilanciata da Maria Chesi, storica animatrice dei «Progetti Famiglia»

Accompagnare i giovani nel cammino di preparazione al sacramento del matrimonio: un servizio necessario nella Chiesa, tanto più importante in un tempo in cui sempre più coppie barattano il fidanzamento con la convivenza. Ma anche un’autentica passione educativa, se parliamo di Maria Chesi e dei progetti dell’Azione Cattolica che, storicamente, vanno sotto il nome di “Tobia e Sara”.
Il percorso ripartirà anche in questo autunno e le iscrizioni sono aperte nell’ufficio di Ac, al Centro Giovanni XXIII di via Prevostura 4 a Reggio (aperto lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12 e il martedì dalle 15 alle 18), tel. 0522.437773.

Diciamo subito che l’impegno di tanti anni nella vigna della pastorale matrimoniale e nella formazione dei genitori non è stato solitario, ma si è avvalso di diversi soci di Azione Cattolica e del contributo di relatori, sacerdoti, sposi-guida. Certo è che la consuetudine di vita con numerosi giovani, coltivata anche grazie alla professione di docente, e la conoscenza di coppie di fidanzati e di coniugi acquisita con l’attività di insegnante del metodo naturale ideato dai Billings per la regolazione della fertilità, hanno aiutato Maria Chesi ad animare la preparazione delle famiglie cristiane, in divenire o già collaudate.
Lo spirito dei progetti dell’Ac diocesana per fidanzati, sposi e genitori è ben spiegato dal sussidio “Mettimi come sigillo sul tuo cuore” (la citazione è dal Cantico dei Cantici, capitolo 8, versetto 6), introdotto da un amico di lungo corso, il teologo monsignor Carlo Rocchetta.

Il nome del percorso “Tobia e Sara” costituisce un’icona biblica sapienziale: la vicenda di una famiglia – nel suo nascere e maturarsi, nel suo inserirsi in una storia di generazioni e nel farsi a sua volta radice di una nuova generazione – letta con gli occhi di Dio e narrata dal libro di Tobia.

Leggi il testo completo dell’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 16 settembre