Don Pini racconta monsignor Torreggiani in un libro

Nella foto: don Mario Pini a Marola mentre firma le copie del libro; con lui, il diacono permanente Carlo Prati

La festa liturgica di Santa Marta di Betania – icona dell’accoglienza e del servizio – ha coinciso emblematicamente sabato 29 luglio con la presentazione, presso il centro di spiritualità di Marola, del solido volume che don Mario Pini (foto) ha dedicato a mons. Dino Torreggiani (1905-1983), fondatore dell’Istituto dei Servi della Chiesa approvato il 19 marzo 1948 dal vescovo Beniamino Socche, dopo che Pio XII emanò la costituzione “Provvida mater ecclesia” sugli istituti secolari.

Un libro frutto di oltre due decenni di redazione, articolato in ventinove capitoli. Programmatico il titolo “Don Dino … lo ricordo così”. Infatti intendimento dell’autore è di ripercorrere i 40 anni vissuti accanto al carismatico presbitero reggiano, “prete povero”: dal 22 settembre 1943, quando il piccolo Mario Pini a soli otto anni da Cremona seguì don Dino a Pieve Modolena per gli studi fino al 27 settembre 1983, quando mons. Torreggiani si spense in Spagna a Palencia.

Don Pini nel volume rivela le sue grandi dote di “narratore accattivante”, non scevro di umorismo, attingendo ai ricordi e soprattutto ai suoi “Quaderni di vita” nonché alle testimonianze e alle interviste di quanti hanno conosciuto il fondatore dei Servi della Chiesa. Don Dino è stato il prete degli ultimi: carcerati ed ex-carcerati “i più poveri tra i più poveri”, sinti, rom, migranti, circensi, nomadi; in diocesi è stato insegnante di religione al Secchi, assistente dei giovani di Azione Cattolica, animatore dell’oratorio cittadino di San Rocco, poi parroco in Santa Teresa e direttore del Pio Istituto Artigianelli; a livello ecclesiale nazionale ha rivestito importanti ruoli; ora è in corso la fase diocesana del suo processo di beatificazione. Don Pini aveva già curato su “Il Vincolo”, la circolare interna dell’Istituto, la pubblicazione dei fioretti di don Dino. Ora su richiesta del Consiglio dello stesso Istituto, è nata quest’impegnativa, pregevole e preziosa opera, pubblicata da E.Lui Editore.

Nella foto: don Mario Pini a Marola mentre firma le copie del libro; con lui, il diacono permanente Carlo Prati
Nella foto: don Mario Pini a Marola mentre firma le copie del libro; con lui, il diacono permanente Carlo Prati.

La serata di Marola – la prima di una serie di iniziative per presentare la cospicua fatica editoriale di don Pini e far ulteriormente conoscere la figura di don Dino – è stata aperta dal nuovo superiore dell’Istituto, don Stefano Torelli, ed introdotta da don Emanuele Benatti. La presentazione è stata arricchita da testimonianze di sacerdoti, diaconi – fu don Dino a sostenere la ripresa dopo il Concilio del diaconato permanente – e laici.

Così don Pini tratteggia la figura di don Torreggiani: “E’ un sacerdote che ha segnato la storia e il suo tempo, spalancando le porte di una Chiesa in uscita, vocata a sporcarsi le mani tra gli scarti e a servire il suo gregge fino a puzzare di pecora”. Davvero don Dino – fermamente convito che la Chiesa deve essere missionaria – ha risposto con convinzione all’invito del Buon Pastore; ha condiviso il sacrificio e l’umiliazione di quanti ha incontrato così come ha donato rispetto e fiducia a quanti sono entrati a far parte del suo Istituto.

Da questa narrazione che copre un arco di quattro decenni, esce certamente a tutto tondo la figura di don Dino, visto anche nella quotidianità, ma scorrono anche tante figure di laici, sacerdoti e vescovi sulla cui esistenza mons. Torreggiani ha profondamente inciso e che ha forgiato.

Scrive don Pini nella prefazione “Sono convinto che questo lungo racconto possa portare una ventata di sano orgoglio e di schietta letizia in chi leggendo e ricordando si vedrà coinvolto nella bella avventura di don Dino”.

Giuseppe Adriano Rossi