Fontanaluccia: festa degli ammalati e nozze di diamante per suor Lucia

Case della Carità: note sulle celebrazioni del 14 e del 16 luglio

Se hai bisogno di un po’ di medicina di Dio, di un po’ di fisioterapia spirituale per riprendere con vigore il cammino della vita cristiana, non è una cattiva idea partecipare alla Festa di san Camillo de Lellis, la festa degli ammalati, il 14 luglio, e a quella della Madonna del Carmine, il 16 luglio, a Fontanaluccia.
E quali sono le medicine di Dio? Il suo abbraccio e il mandato missionario! Così ci ha detto padre Filippo Ganapini, Filo, padre comboniano originario di Carpineti, che ha presieduto la Messa il 14 luglio nella chiesa parrocchiale. Dobbiamo dire che l’assemblea liturgica era speciale: tantissimi ospiti provenienti da tutte le Case della Carità! Così tanti da formare un’unica assemblea senza più differenze tra sacerdoti e fedeli: tutti intorno alla Mensa di Gesù. Più che la paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci, ha scritto papa Francesco nella Evangelii gaudium. Queste parole sono state riprese durante l’omelia. Il tema della giornata era infatti l’Enciclica del Santo Padre. La presenza degli ospiti e la gioia dei loro occhi ci hanno fatto sperimentare l’abbraccio di Dio. Loro per primi hanno accettato di essere accolti e amati nella loro fragilità, nella loro malattia.
Anche per ognuno di noi è possibile lasciarsi abbracciare dall’amore di Dio, balsamo per tutte le infermità fisiche e spirituali.

Nella celebrazione l’unzione degli infermi ha assunto quasi il significato di un mandato missionario: quanto amore possono suscitare intorno a loro gli ammalati, quanto sano movimento quando ci chiedono di uscire dalle nostre comodità, di alzarci dalle nostre poltrone, di distogliere un attimo gli occhi dai cellulari e dai computer per metterci a servizio gli uni degli altri, dei più poveri, magari anche in Ciad! Giovani e meno giovani si sono fatti unica voce per lodare il Signore, per fare festa, per danzare davanti a Lui. La celebrazione è stata benedetta da un grande acquazzone iniziale…

Il Ciad, dove vive padre Filo, è un paese semidesertico, all’apparenza poverissimo ma ricchissimo di materie prime nel sottosuolo.
In quella terra dove convivono musulmani e cristiani, che sono un’esigua minoranza, l’acqua sta diventando un problema serio e ancora più serio è il perseguimento della Pace, a causa purtroppo degli interessi economici dell’occidente e del fondamentalismo islamico presente in quella terra. Padre Filippo può confidare nella preghiera delle Case e degli ospiti, per continuare a credere che in Gesù è possibile vivere nella non violenza, nell’amore e nella pace, che è possibile credere che ci aspetta un futuro bello perché Dio è con noi e benedice la nostra vita e le nostre relazioni. Grazie Filo!

Leggi l’articolo completo su La Libertà del 5 agosto

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