Droghe, prevenzione precoce

«La gente non vede ancora la devastazione dovuta alla dipendenza»

Il 26 giugno si è celebrata la Giornata internazionale contro il consumo e il traffico illegale di droga. Indetta dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1987, si inserisce pienamente nel programma dell’Agenda 2010 delle Nazioni Unite, obiettivo 3, che tra i vari punti relativi alla salute e al benessere delle persone richiama la necessità di “rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’abuso di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol”. Tema della Giornata 2017 è stato “Listen First”: ascoltare i bambini ed i giovani, primo passo per aiutarli a crescere sani.
Abbiamo intervistato su questi argomenti il professor Umberto Nizzoli (foto nel riquadro), esperto di problematiche giovanili, psicologo clinico, docente universitario e componente della Sisdea – Società Italiana di Studi sui Disturbi del Comportamento Alimentare.

Profesor Nizzoli, recenti indagini realizzate da associazioni e comunità attive nel contrasto alla tossicodipendenza segnalano un aumento del consumo di sostanze stupefacenti fra i giovanissimi. Il primo approccio avviene già a 14 anni iniziando da hashish e marijuana per passare poi a sostanze più pesanti come la cocaina e l’eroina. Quali strumenti oggi sono disponibili per affrontare un dramma che si trascina da decenni?
Il tema del consumo di sostanze stupefacenti è diventato ormai talmente incistato nella quotidianità da essere percepito come un fenomeno consueto; appare difficile credere che si possa lanciare in modo credibile un allarme. La gente è rassegnata, oppure considera questo consumo ormai perfettamente compatibile con la normale vita sociale.
È evidente che la caduta delle barriere facilita l’accesso al consumo in particolare da parte dei giovanissimi. Ciò chiarito debbo precisare che gli allarmismi sono assolutamente fuori luogo. Primo perché si possono (si devono) commentare questi fenomeni in modo serio e con la ragione, anziché con le emozioni che sono troppo “di pancia”. è la conoscenza che dovrebbe guidare i comportamenti responsabili.
Secondo perché dal punto di vista numerico non vi è affatto una crescita nel consumo di droghe illegali. Il fenomeno è in continua evoluzione, perciò si presentano (o si ripresentano) aspetti in parte nuovi, ma nella sua globalità il consumo di droghe illecite è statico grosso modo da un decennio con una lieve flessione in questo ultimo biennio. Per questo all’Assemblea Generale Onu, cui ho partecipato, si è sottolineato non solo il primato, ma anche un certo (modesto, per il vero) successo della prevenzione. è però dubbio che possa trattarsi davvero di un successo perché a fianco della riduzione globale di sostanze illecite vi sono sia la pressione di un mercato della criminalità molto agguerrito e ben dotato sia per l’eroina che per la cocaina, sia la diffusione, questa sì, enorme, di droghe lecite – alcol e farmaci -, sia infine i comportamenti di dipendenza senza droghe ma che devastano gli individui, le loro famiglie e l’ambiente non meno delle droghe illecite.

Da molto tempo ormai la prima iniziazione al consumo di droghe è precoce…
Non possiamo ogni volta “urlare” che si è abbassata l’età perché la ricerca scientifica ci ha dimostrato da oltre un decennio che l’avvio con una certa consistenza numerica di casi è attorno all’11°-12° anno di età. Poi il fenomeno tende a crescere quantitativamente per raggiungere il picco verso i 22-23 anni. Dopo di che vi è una certa contrazione. È evidente che chi sviluppa la dipendenza, dall’eroina o dalla cocaina, probabilmente ha iniziato con la cannabis (o col tabacco). Ma non è che tutti coloro i quali “toccano” cannabis poi consumeranno le droghe maggiori. Vi è cioè una escalation che alcuni, i più deboli, quelli più vulnerabili sviluppano. La cannabis, assieme all’alcol, è la droga di maggiore diffusione.
La ricerca ha chiarito che se il consumo di droga diventa frequente ci sono altri problemi che precedono quel consumo. La gente non ci pensa, non vede ancora la devastazione dovuta alla dipendenza. Solo molto più tardi, quando i problemi ci saranno, e gravi, ripercorrendo la via per cui si è arrivati alla dipendenza si ripensa a quei segni che poi sono di allarme ma che a suo tempo non avevano prodotto alcuna reazione. “Avrei dovuto accorgermene subito”, è una delle frasi più ricorrenti che dicono i genitori di un giovane dipendente dall’uso di sostanze.

Leggi tutta l’intervista a cura di Gabriele Rossi su La Libertà del 5 agosto

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