Digitale: le sfide per la famiglia

Da La Libertà dell’8 luglio

L’importanza di ascoltare i giovani e di dare loro regole chiare

L’impatto delle tecnologie digitali sull’educazione dei giovani, e in particolare sulla complessità dei rapporti genitori-figli, è il tema affrontato da don Marco Sanavio, esperto di media digitali e sociali e membro del consiglio direttivo dell’Associazione webmaster cattolici italiani, intervenuto alla seconda conferenza del ciclo di incontri dedicati a “Etica e Digitale”, promosso dalla Sezione Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (Ucid) di Reggio Emilia.
Introdotto dal presidente di Ucid, professor Luigi Grasselli, da monsignor Tiziano Ghirelli, consulente spirituale dell’associazione reggiana, e sollecitato dalle domande di Giuseppe Adriano Rossi, in qualità di presidente dell’Associazione Stampa Reggiana, don Sanavio, forte della propria esperienza nelle scuole e nelle parrocchie, ha indicato le modalità e i percorsi più efficaci per aiutare genitori, docenti ed educatori ad accompagnare i giovani nel complesso dedalo della realtà virtuale.
Autore del libro “Generazioni digitali”, scritto in collaborazione con la psicologa e psicoterapeuta Luce Maria Busetto, don Sanavio, infatti, da anni si occupa della formazione al corretto utilizzo degli strumenti digitali e dei social da parte di giovani e adulti.

E proprio a questi ultimi in particolare consiglia di suggellare con i ragazzi “una sorta di alleanza educativa fondata sull’ascolto profondo, per comprendere bene i segnali lanciati dai propri figli, e sulla necessità di concordare con loro regole chiare, non imposte, per aiutarli a capire la pericolosità dell’abuso delle tecnologie digitali e guidarli all’assunzione della responsabilità delle loro azioni”.

Molte le domande da parte dei genitori presenti in sala, spesso disarmati di fronte all’abilità dei figli nativi digitali, ma desiderosi di svolgere il proprio ruolo di educatori, a cui don Sanavio ha rivolto infine una raccomandazione: “Come diceva Zygmunt Bauman, viviamo in una società liquida dove il cambiamento è l’unica cosa permanente e l’incertezza l’unica certezza.
Proprio per questo, ai nostri giovani dobbiamo mettere dei paletti, degli approdi sicuri ai quali possano ancorarsi per trovare sicurezza e affrontare in modo responsabile la realtà virtuale e il proprio futuro”.

Valeria Braglia

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