Correggio: i 40 anni del Circolo «Frassati»

Quarant’anni: un arco di tempo significativo. Specialmente se questo periodo va dal 1977 al 2017. Questi sono stati gli anni del Circolo culturale “Frassati” di Correggio.
Erano gli anni ’70, turbolenti e confusi nel mondo e nella Chiesa, quando un gruppo di giovani intellettuali cattolici volle dare forma ad una significativa presenza culturale cristiana nella città di Correggio. Giovani che guardarono al modello e alla testimonianza di un grande giovane, Pier Giorgio Frassati, allora quasi sconosciuto, ma in seguito elevato agli onori degli altari da san Giovanni Paolo II e da lui proclamato patrono dei giovani.

Domenica 18 giugno dunque il Circolo culturale “Frassati” ha voluto ricordare questi suoi primi quarant’anni di vita. Lo ha fatto nella frazione di San Martino Piccolo, presso la parrocchia che fu di don Umberto Pessina, e questo- per felice coincidenza- nel giorno anniversario del suo martirio avvenuto il 18 giugno 1946. Lo ha fatto in occasione della festa liturgica del Corpus Domini, la festa del Corpo e del Sangue del Signore, manifestazione del suo essere una presenza concreta accanto a noi, come ha ben ricordato il vescovo Camisasca nell’omelia della Messa che ha concluso la giornata, un epilogo toccante – attraverso la Benedizione eucaristica finale – di diversi momenti importanti in cui si è articolata la festa del “Frassati”.

In apertura, la professoressa Nanda Salsi, prima presidentessa del sodalizio, ne ha ripercorso le tappe storiche, le tantissime iniziative dedicate alla città di Correggio e alle sue scuole. Una serie di volantini “storici” incorniciava la sala della riunione, testimoniando quantità e qualità del lavoro svolto dal Circolo, che nel corso degli anni ha portato a Correggio il fior fiore della cultura cattolica italiana. La professoressa Salsi ha ricordato con parole appassionate il desiderio del Circolo di rendere cultura la fede, attraverso incontri, testimonianze, riflessioni tra fede, ragione, scienza, filosofia, e attraverso l’arte. Il tutto seguendo il modello mostrato dal giovane Pier Giorgio, che diceva che un vero cristiano deve vivere appassionato alla verità, non vivacchiare.

Leggi tutto l’articolo di Paolo Gulisano su La Libertà del 1°luglio

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