Barriere no, barriere sì

Tutto è nato da una domanda che mi sono fatto quando ho trovato il logo “Reggio Emilia – Città senza barriere” che spiccava su tanti manifesti del Comune della nostra città e che mi poneva l’interrogativo se avessi voluto veramente viverci in una città senza barriere. Vedremo più avanti come la risposta sia stata molto più complessa del sì che rispondereste tutti voi che mi leggete.
Da alcuni anni porto avanti un progetto di ricerca fotografica con alcuni ragazzi della cooperativa sociale L’Ovile, con “abilità diverse”, per dirla politicamente in modo corretto. Lo scopo iniziale era quello di imparare a fare delle fotografie partendo da zero.

Non solo i ragazzi hanno imparato bene, ma nel 2015 abbiamo concluso una ricerca dal titolo “Coinvolti, nessuno escluso” con tanto di mostra fotografica nella chiesa di San Carlo in città, con la sua bella inaugurazione ed il suo bel catalogo stampato in tipografia.
Era necessario partire, quindi, con un nuovo progetto, mirando un po’ più in alto che non il semplice apprendere a scattare immagini. Perché, allora, non rivolgere a loro la stessa domanda che mi feci io a proposito di barriere e scavare un po’ sul significato semantico di questa bella parola, oggi così spesso abusata dai nostri politici e non solo?

Continua a leggere tutto l’articolo di Giuseppe Maria Codazzi su La Libertà del 1°luglio

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