Confcooperative: il segreto è il gusto di lavorare insieme

L’incoraggiamento del Vescovo all’assemblea provinciale

“Quella che stiamo vivendo è una stagione di insolita durezza nei confronti della cooperazione, ma Confcooperative non è né arrabbiata, né impaurita, né remissiva: al contrario, questo è il momento in cui, così come va fatta chiarezza sulle ragioni delle situazioni di crisi e sulle loro conseguenze, analogamente vanno rilanciate le buone ragioni della cooperazione e i fatti concreti che genera in termini di lavoro, di regolarità della competizione, di inclusione lavorativa e sociale, di servizi alla persona e partecipazione ai processi economici da parte di lavoratori e piccoli imprenditori che hanno il territorio e le comunità locali come punto di riferimento per generare ricchezza e coesione”.
è questo uno dei messaggi centrali lanciati dal presidente di Confcooperative, Matteo Caramaschi, all’assemblea provinciale della centrale cooperativa, alla quale sono intervenuti il vescovo Massimo Camisasca e il direttore nazionale di Concooperative, Fabiola di Loreto.

Un’assise che si è avviata parlando proprio dei risultati della cooperazione (e su questi si è articolato l’intervento di Pierpaolo Prandi dell’Ufficio studi di Confcooperative), che tra il 2008 e il 2015 in Italia ha aumentato l’occupazione del 6,1% (nel Paese si è perso, nello stesso periodo, l’1,7% degli occupati) e che ha incrementano del 12,7% il valore della produzione. La relazione di Caramaschi ha comunque evidenziato anche le difficoltà e le insidie che ancora ruotano attorno alla cooperazione e all’economia locale.

Leggi tutto l’articolo di Gino Belli su La Libertà del 17 giugno

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