Germoglia il seme del Beato

Sabato 22 aprile hanno avuto luogo l’inaugurazione del Campo Scout e la Messa presieduta dal Vescovo nel 72° anniversario della nascita al cielo di Rolando Rivi

Proprio vero: il Signore rovescia i disegni del mondo, traendo anche dal male un bene largamente sovrabbondante. Prendiamo la macabra profezia di chi decretò la soppressione, a 14 anni, del seminarista Rolando Rivi: “Domani un prete di meno”. Lì per lì si avverò, ma oggi e domani quante più persone realizzate nella vocazione divina, sacerdoti compresi, si conteranno “grazie” a questo piccolo martire e alla Pieve che ne accoglie i resti mortali in attesa dell’ultima Pasqua?
Se lo scopo di quel barbaro assassinio, consumato il 13 aprile di settantadue anni fa, era quello di mettere a tacere per sempre chi professava, con la sua vita imberbe e l’inseparabile talare, “Io sono di Gesù”, ecco che l’effetto sortito è stato esattamente l’opposto: da beato, Rolando “parla” e “opera” adesso più che mai, e il suo sogno adolescenziale di diventare missionario per portare il nome di Cristo oltre i confini di Castellarano e di Marola si sta compiendo attraverso l’internazionalità di una fama di santità che conduce al suo altare e coinvolge in una catena di preghiere, grazie e interessamenti un fiume di gente, dal Vietnam all’America del Sud. (CLICCA E GUARDA TUTTE LE FOTO)

Un pomeriggio come quello vissuto a San Valentino sabato 22 aprile non fa che accrescere la consapevolezza di questa sorprendente azione di Dio nel nostro oggi confuso: per virtù anche di chi, come il Comitato Amici di Rolando Rivi, ha lavorato sodo per arricchire una meta di per sé incantevole di strutture ricettive, con il nuovo Campo Scout che si affianca alla canonica abitata dai “Memores Domini” e al Museo sul beato. Il tutto in poco più di dieci anni, un tempo straordinariamente breve per le dinamiche ecclesiali.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 29 aprile 

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