Dal dolore «necessario» di Cristo, strade di pace

La Via Crucis cittadina presieduta da don Dossetti

Le evoluzioni di Elena Casolari e Rezart Stafa (Nuovo Balletto Classico) sul sagrato della Ghiara, rilanciate da un maxischermo a beneficio della folla raccolta lungo corso Garibaldi, danno inizio alla Via Crucis cittadina del Venerdì santo, la sera del 14 aprile. Il quadro danzante “Ricordo di una Madre…”, su musica popolare romena coreografata da Marinel Stefanescu, offre subito un assaggio della collaborazione di quest’anno tra Vicariato Urbano e Movimento dei Focolari nell’organizzazione del tradizionale corteo sacro. L’indizio più evidente è nella lettura delle meditazioni di Chiara Lubich, la fondatrice, lungo le quattro stazioni del percorso, così come anche diversi canti parlano di spiritualità dell’unità e di una profonda devozione mariana.

Non è il funerale di Gesù, dice il vicario urbano don Giuseppe Dossetti nel saluto iniziale, rivolto ai fedeli a nome del Vescovo, che partecipa alla Via Crucis vivente di Saltino: piuttosto “stasera daremo effetto alle parole di Gesù: quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”. E allora in cammino, le candele accese, dietro la Croce di Cristo in cui tutto il dolore e le fatiche dell’uomo trovano significato. Nella folla sfilano anche il vescovo emerito Adriano Caprioli, affiancato dalle religiose indiane, e non lontano il parroco della Cattedrale don Daniele Casini con monsignor Gianfranco Gazzotti e don Guido Mortari.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 29 aprile

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