Col cardinale Ruini alle ragioni della vita eterna

Folla all’Università di Reggio per la presentazione del libro «C’è un dopo? La morte e la speranza»

Quello di sabato 11 marzo all’Università reggiana con il cardinale Camillo Ruini è stato un incontro dai tanti significati: teologici, culturali, sociali, ma anche affettivi e di gratitudine. È stata un’ora di riflessione densa, guidata da un’invidiabile chiarezza di ragionamento, dalla lucidità dell’analisi e dalla sicurezza nel tono della voce, in barba agli 86 anni dell’anagrafe. Un dialogo capace di nutrire la fede di tutti quelli che hanno avuto l’umiltà di riconoscersi un po’ affamati di argomenti fondamentali e in verità non di rado trascurati dalla predicazione della Chiesa 2.0 come i Novissimi – Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso – a partire dall’ultimo libro pubblicato dall’illustre sassolese, intitolato “C’è un dopo?”. Presto La Libertà renderà disponibile il testo del colloquio: sette domande, con le puntuali risposte di Ruini, a beneficio dei lettori e di quanti non hanno potuto partecipare.
Queste sono solo alcune, doverose note di cronaca condite da qualche assaggio degli abbondanti contenuti trattati. (clicca per vedere tutte le foto)

Gremita l’Aula Magna “Pietro Manodori”, che ha preso ad animarsi con largo anticipo sull’orario d’inizio: un gruppetto da Gualtieri, poi la delegazione da Sassuolo, capitanata da monsignor Romano Baisi.
Esauriti rapidamente i volumi che con troppa parsimonia Mondadori ha messo a disposizione, rastrellati qua e là dal direttore della Libreria All’Arco di Reggio, Flavio Sperindio.

Il bagno di folla – 500 almeno i presenti – è stato finanche superiore a quello del 14 settembre 2008, quando il porporato tornò in città, nel “suo” Seminario, a festeggiare i 25 anni di ordinazione episcopale, tenendo una relazione su “Esistenza di Dio e originalità dell’uomo”; e il giorno prima, a Sassuolo, aveva commemorato don Ercole Magnani e monsignor Ennio Anceschi, indimenticato parroco di San Prospero, nel 1° anniversario della morte.

Leggi il testo integrale dell’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 18 marzo

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