«Essere una Chiesa in uscita»

Partecipato e vivace il convegno missionario diocesano

Domenica 5 marzo ci siamo ritrovati in circa 150 persone al convegno missionario diocesano, tra preti e suore, laici e laiche; persone che hanno vissuto la missione o che hanno partecipato a qualche campo estivo, cristiani che si lasciano interpellare dalla domanda “Signore dove abiti?”. Era presente anche il vescovo emerito, monsignor Adriano Caprioli.
Don Romano Zanni ha aperto i lavori passando il testimone della direzione del Centro Missionario Diocesano a don Pietro Adani, che ci ha introdotti nel tema del convegno “Essere una Chiesa in uscita”, dando la parola a don Daniele Gianotti, che sarà ordinato vescovo il prossimo 19 marzo.
Don Daniele ci ha esortati subito a non trasformare in uno slogan statico l’invito di papa Francesco ad una “Chiesa in uscita”. Ogni Chiesa particolare deve cercare e trovare la propria via per essere in uscita, per un esodo di “popolo e pastori insieme”. Un esodo che, secondo don Gianotti, deve fare attenzione a tre dimensioni.

Lo stile, perché è forma unificante di ogni battezzato il rivestirsi dell’uomo nuovo, trasformare, ri-formare, scoprendo lo Spirito profetico in cammino verso la Verità. E il cammino si compie riconoscendo il primato della missione sulla fragilità della comunione, accettando il rischio dell’errore e riconoscendo i “no” dello Spirito.
Negli Atti degli Apostoli l’evangelista Luca non ha paura di mostrare le fragilità della comunione, le tensioni e le fatiche della prima comunità cristiana, ma al di sopra delle fragilità vi è il primato della missione. Le parrocchie sono fragili, faticano a creare comunione in un’appartenenza molto fluida di persone e movimenti, ma sono esortate dagli Atti a vivere la loro fragilità tenendo al primo posto la missione dell’annuncio, lasciando spazio allo Spirito per cercare altre vie.

Continua a leggere l’articolo completo di Donata Frigerio su La Libertà dell’11 marzo 

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