Fine anno, tempo di bilanci…

Zaragoza

Da La Libertà del 7 gennaio 2017

Anche il 2016 è terminato! Tempo di bilanci…
Qualcuno è stato già fatto da altri per noi: sappiamo quasi con precisione quanti panettoni abbiamo consumato, quanta carne, pesce, frutta esotica, bottiglie di vino o di prosecco; quante famiglie hanno festeggiato a casa propria, quanti presso parenti, in città d’arte o all’estero. Ci dicono perfino quanto abbiamo speso in regali e quanti invece ne abbiamo riciclato per risparmiare.
Interessante, perché forse da soli non avremmo potuto o saputo fare meglio una stima materiale della nostra vita relativamente a quest’ultimo scorcio dell’anno.
Ma altre statistiche ci aiutano perfino a fare dei bilanci di qualità: ci illustrano quanto gli italiani sono stati virtuosi, quanto e cosa hanno saputo migliorare e quanto invece peggiorato. Sappiamo quanti di noi guardano con ottimismo verso il futuro e quanti hanno ceduto al pessimismo e perso ogni speranza nella vita.

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La televisione traccia perfino il bilancio di un anno intero, aiutando la nostra ormai labile memoria dei fatti a ricordare quanto accaduto intorno a noi e nella nostra società. In una ricostruzione video di pochi minuti, scorrono velocemente ma con successione cronologica precisa le immagini delle tragedie che hanno colpito duramente il nostro Paese, e tutto il bene che il mondo del volontariato ha seminato nel cuore di chi si è trovato in situazioni di grave bisogno. I flash proseguono mostrandoci gli orrori che la guerra, benché lontana da noi, ha portato in migliaia di famiglie, seminando morte anche fra bambini; si fa la conta di quanti barconi sono giunti nelle coste siciliane o dell’Italia meridionale e di quanta povera gente, scappando da una tragedia umana, abbia trovato la morte nel mare; scorrono le immagini delle dive, dei cantanti e degli attori famosi che ci hanno lasciato, mentre i dati Istat ci rivelano quanti disoccupati, pensionati, nuovi occupati hanno brindato all’ultimo dell’anno.
Purtroppo anche i numerosissimi casi di femminicidio diventano pixel da inserire in un montaggio, con il nome di qualcuna, il solo numero di altre.
E poi giunge l’ultimo classico bilancio di fine anno, ossia quello dei feriti, più o meno gravi, a causa dello scoppio di petardi e fuochi d’artificio.
Tutto in un anno! Tutto in un montaggio digitale.

Il bilancio che ancora manca è forse quello più difficile, quello che altri non possono fare al nostro posto: tirare le somme nella propria coscienza. è un esercizio che in tanti hanno ormai dimenticato, una pratica quasi d’altri tempi, che veniva svolto anche quotidianamente. Succede quando le immagini e i contenuti del nostro vissuto scorrono chiari e puntuali al proprio sguardo interiore, dove anche un solo fermo immagine diventa importante e può motivare il nostro agire, i rapporti interpersonali, le proprie scelte nella società e nel mondo del lavoro.
è difficile perché non va confuso con un intimismo o un sentimentalismo che porta a farci seguire e dar adito all’emozione prevalente che “scoviamo nel profondo del cuore”. Una volta si ricorreva ad una guida, non un manuale scaricabile dal web, ma una persona, una guida spirituale che poteva aiutarci a guardare dentro di noi. Sembra siano scomparsi… o siamo noi a non cercarli più.

Mario Colletti