Grano estero in un pacco di pasta su tre

L’etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta risponde all’esigenza di smascherare l’inganno del prodotto estero spacciato per italiano in una situazione in cui un pacco di pasta su tre contiene grano straniero senza che i consumatori possano saperlo. È quanto affermano i vertici della Coldiretti di Reggio Emilia, Vito Amendolara e Assuero Zampini, nell’esprimere apprezzamento per lo schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine del grano impiegato nella pasta condiviso dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda e inviato, secondo procedura, alla Commissione Europea.

«Si tratta di un provvedimento fortemente sostenuto dalla Coldiretti per garantire maggiore trasparenza negli acquisti e fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione – afferma Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti. In pericolo – precisa Moncalvo – non ci sono solo la produzione di grano e la vita di oltre trecentomila aziende agricole che lo coltivano ma anche un territorio di 2 milioni di ettari a rischio desertificazione e gli alti livelli qualitativi per i consumatori garantiti dalla produzione Made in Italy».

L’Italia – ricorda la Coldiretti – è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,9 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra principalmente nell’Italia meridionale.

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«Sul territorio reggiano sono poco meno di un centinaio le aziende che si dedicano alla coltivazione di grano duro, certamente non la si può definire coltura principale – rilevano i vertici di Coldiretti Reggio Emilia – ma offre una opportunità di sviluppo imprenditoriale. La battaglia dell’etichettatura sul latte ha portato un innegabile aumento del prezzo a cui si auspica nel prossimo futuro anche per il grano duro, che ha ampi margini di crescita».

Infatti in un anno sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero senza che questo venga reso noto ai consumatori in etichetta.

 

Il Decreto che introduce la sperimentazione dell’indicazione obbligatoria dell’origine per la filiera grano pasta inviato a Bruxelles prevede che le confezioni di pasta secca prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicato in etichetta il nome del Paese nel quale il grano viene coltivato e se proviene da più paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: paesi UE, paesi NON UE, paesi UE E NON UE. Inoltre, se il grano duro è coltivato almeno per il 50% in un solo Paese, come ad esempio l’Italia, si potrà usare la dicitura: “Italia e altri Paesi UE e/o non UE”.

Queste indicazioni sull’origine – conclude la Coldiretti – dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo, in modo da essere facilmente visibili, chiaramente leggibili ed indelebili.