Aria di Grest, stagione meravigliosa

È il cambio di stagione più atteso da bambini e ragazzi: quando suona l’ultima campanella di scuola, si mettono zaini e cartelle a rifiatare e in tantissime famiglie scocca l’ora del grest, del cres o comunque si voglia chiamare l’estate in parrocchia o, in alcune realtà territoriali, in unità pastorale. Estate uniti, per l’appunto. Una benedizione, diciamolo, anche per i genitori. Quest’anno, in modo un po’ bizzarro, l’anno scolastico è finito di lunedì. E in molti casi già il martedì mattina la macchina organizzativa del centro estivo era pronta ad accogliere centinaia di cappellini e di bocche chiacchierine, con il motore acceso e stantuffante della preghiera e del gioco, quasi senza soluzione di continuità, mantenendo il ritmo della sveglia presto per andare a divertirsi insieme.
Il bello è che l’aria di grest si fa sentire ben prima che scattino le fatidiche settimane di attività all’ombra del campanile.
L’ho visto in casa mia: se i figli più piccoli, gli “utenti” della faccenda, contavano i giorni ricordando l’albo d’oro dei campi passati, e chi aveva vinto le gare a squadre, e l’hit parade degli inni musicali delle varie edizioni, le ragazze più grandi, liceali senza ancora il pensiero dell’esame di maturità, hanno partecipato alla preparazione, in gruppo, del grest di unità pastorale.

Leggi tutto l’editoriale di Edoardo Tincani su La Libertà dell’11 giugno

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