Uno «stile sinodale» per le nostre unità pastorali?

Si corre il rischio di considerarle solo un fatto organizzativo

Edificare un’unità pastorale richiede tempo, riflessione, capacità di discernimento. Non si tratta di fare una federazione di enti religiosi, tanto meno di cooperative in cui i soci mettono la loro parte e poi beneficiano in base al quoziente di partecipazione. Siamo di fronte al mettere in atto forme di vita insieme delle comunità cristiane che permettono di far cogliere che in un determinato territorio è visibile il segno della Chiesa di Gesù. Un segno più ampio, una forma più aperta che va oltre i confini della tradizionale parrocchia richiesta dalle esigenze del momento storico-culturale-sociale d’oggi, un respiro di fraternità tra credenti più percepibile. Occorre mantenere saldo il principio che la Chiesa è chiamata ad essere segno di Cristo “tra le case”, dentro alle varie tradizioni delle comunità, situata nel vissuto quotidiano delle persone.
Il rischio di considerare l’edificazione dell’unità pastorale solo un fatto organizzativo è sempre presente. Pensare di mettere insieme tutte le varie esigenze (orari, ricorrenze, festività, sagre, devozioni, strutture, patrimoni culturali e economici…) può diventare un bel rompicapo. Accentuare tutto in un punto o avvenimento o luogo unico, tagliando da una parte o dall’altra, è la prima soluzione che viene in mente.
Addossare tutte le responsabilità dei vari servizi ai pochi preti o all’unico moderatore dice quanto sia difficile modificare la mentalità di chi ritiene che solo esercitando il proprio potere si risolvono tutte le problematiche, anche quelle della vita della Chiesa.
Siamo chiamati invece ad edificare la comunione, non un livellamento, a far sì che le diversità siano assunte per condurle all’unità, non all’uniformità, a riconoscere che tutti hanno un servizio da svolgere e una ricchezza da valorizzare. L’edificazione pertanto richiede gradualità: non si diviene unità pastorale da un giorno all’altro.
Quali passi allora compiere per raggiungere un simile obiettivo? Forse può tornare utile tenere presenti quattro principi che papa Francesco enuncia nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium.

Leggi tutto l’articolo di Giancarlo Gozzi su La Libertà del 28 maggio

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