I giovani e i ragazzi come compagni di viaggio

Partiamo nel nostro giro di interviste da don Giancarlo Minotta, classe 1981, nato nel Lazio, cresciuto a Rolo e che ha trovato casa nella fede nella parrocchia di San Giorgio Martire in Rio Saliceto. Lo avevamo lasciato in servizio al “Pozzo di Giacobbe”, il cammino proposto dal Servizio Diocesano Vocazioni. (LEGGI LA STORIA DI VOCAZIONE DI DON GIANCARLO).

Ma già il martedì successivo all’ordinazione diaconale, una nuova nomina a sorpresa: per lui il cartello indicatore puntava in direzione Montecchio, con l’incarico di occuparsi dei giovani sia nella costituenda unità pastorale Montecchio-Aiola, in aiuto ai parroci don Corrado Botti e monsignor Antenore Vezzosi, sia nell’intero vicariato della Val d’Enza, coordinato da don Claudio Gonzaga. Com’è trascorso l’anno del diaconato? “Con grande fatica, per ragioni obiettive: vivere in Seminario, dare gli esami, discutere la tesi (“La partecipazione piena, attiva e consapevole dei laici alla liturgia”, relatore don Edoardo Ruina), vivere un mese nella missione diocesana in Brasile e in contemporanea affrontare le nuove responsabilità nella pastorale giovanile è stato molto impegnativo”, premette. Poi, con largo sorriso, descrive l’accoglienza montecchiese e aiolese con “bellissima” e altri superlativi, una luna di miele di cui rendere grazie a tutti: anziani, adulti, ragazzi, preti, monache e suore. “Per me – dice – è stata la conferma di quello che dice papa Francesco, che Gesù sempre ci precede”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 14 maggio

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