Ghiara: fu un miracolo di «periferia»

Venerdì 29 aprile alle 18.30 la Messa sarà presieduta da Ghizzoni

Francesco, primo Papa non europeo che i cardinali sono andati a prendere “quasi alla fine del mondo”, come lui stesso disse la sera della sua elezione, ci ha reso familiare la parola “periferia”, soprattutto quando si parla della missione della Chiesa che è chiamata ad “uscire” per portare a tutti gli uomini, specialmente agli ultimi e ai più lontani, la gioia del Vangelo.
Papa Francesco ci ricorda che ci sono “periferie geografiche”, luoghi distanti dai centri di potere, zone di emarginazione economica e politica, ma ci sono anche “periferie esistenziali”, cioè persone che vivono nella povertà, nella sofferenza, nella solitudine fisica o spirituale.
Nel primo miracolo della Beata Vergine della Ghiara ritroviamo le caratteristiche di entrambe le periferie.
All’epoca della guarigione del sordomuto Marchino, esattamente quattrocentoventi anni fa, il quartiere denominato Ghiara o Giarra, perché zona ghiaiosa dopo la deviazione del fiume Crostolo fuori delle nuove mura cittadine, era un luogo abietto e poco stimato, vicino a una contrada allora poco onorevole, come attesta nel 1666 fra Cherubino Ranzani nel Veridico racconto su la Madonna di Reggio.

Leggi l’articolo completo di Anacleto Maria Tommasi su La Libertà del 23 aprile

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Ghiara-dall-esterno