Pasqua, mistero di luce portatore di Verità

Omelia nella solenne Veglia Pasquale

Cattedrale di Reggio Emilia, 26 marzo 2016

Cari fratelli e sorelle,

dopo il cammino quaresimale siamo giunti alla contemplazione del mistero centrale della nostra fede, contemplazione che significativamente ha inizio nel cuore della notte. È un mistero di luce che inizia a brillare nel buio della nostra vita ordinaria. È il mistero nascosto nei secoli (cfr. Ef 3,9; Col 1,26), come afferma san Paolo, ma a noi rivelato in questa santa notte.

«O notte beata – ha proclamato il diacono – tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dai morti» (Preconio Pasquale). Notte beata poiché ci fai partecipi della beatitudine di una vita nuova aperta a tutti noi dalla resurrezione di Gesù.

Ciò che questa notte contempliamo nel Cristo, riaccade, infatti, nella vita di ognuno di noi attraverso il sacramento pasquale del Battesimo, alimentato e continuamente rinnovato dalla Confessione e dall’Eucarestia. Ce lo ricorda san Paolo nell’Epistola che è stata appena proclamata: Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova (Rom 6,3-4).

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Un momento della Veglia pasquale 2015

È questa la ragione della nostra gioia e della nostra speranza, è questo il fondamento della nostra fede. Lo dico in particolare per i nostri fratelli che questa sera saranno incorporati a Cristo mediante il sacramento del Battesimo e riceveranno il dono dello Spirito Santo per poter camminare sulla via della vita, liberi e pieni di gioia.

La resurrezione di Gesù segna infatti la liberazione della nostra vita dai limiti angusti in cui la costringerebbero la paura della morte e il peso dei nostri peccati. Cosa sarebbe la vita senza la speranza del perdono e della vita eterna che Gesù risorto ci dona?

Comprendiamo allora la decisività del mistero che questa notte celebriamo, non solo per la nostra fede, ma per tutti gli uomini e le donne che abitano sulla terra. Ciò che l’incarnazione, la morte e la resurrezione di Gesù ha portato nel mondo è una rivoluzione nella concezione dell’uomo e della vita. La redenzione operata dal Cristo è una vera e propria nuova creazione. Tutto è stato creato per mezzo di lui (cfr. Gv 1,3). E tutto viene ora ricreato in lui. «Se fu grande, all’inizio, la creazione del mondo, ben più grande, nella pienezza dei tempi, fu l’opera della nostra redenzione, nel sacrificio pasquale di Cristo Signore» (Orazione dopo la I lettura). L’uomo vecchio che è in noi, infatti, continua san Paolo, è stato crocifisso con lui, affinché […] noi non fossimo più schiavi del peccato. E se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui (Rom 6,6.8).

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Veglia pasquale 2015

Cari fratelli e sorelle,

il Signore ha fatto di noi nuove creature, ci ha restituito la dignità che con il nostro peccato avevamo perduto. Corriamo, dunque, anche noi, come le donne nel vangelo, ad annunciarlo ai nostri fratelli! E ascoltiamo il richiamo che nel vangelo di questa notte gli angeli rivolgono loro una volta giunte al sepolcro: Perché cercate tra i morti colui che è vivo? (Lc 24,5). Gesù è vivo! Se è risorto vuol dire che è vivo, che è in mezzo a noi ed è possibile incontrarlo!

«Queste parole – ha detto papa Francesco – sono come una pietra miliare nella storia; ma anche una “pietra d’inciampo”, se non ci apriamo alla Buona Notizia, se pensiamo che dia meno fastidio un Gesù morto che un Gesù vivo! Invece quante volte, nel nostro cammino quotidiano, abbiamo bisogno di sentirci dire: “Perché stai cercando tra i morti colui che è vivo?”. Quante volte noi cerchiamo la vita fra le cose morte, fra le cose che non possono dare vita, fra le cose che oggi sono e domani non saranno più, le cose che passano…» (Francesco, Udienza generale, 23 aprile 2014).

La resurrezione di Gesù ci dice che è possibile non accontentarsi di ciò che passa, che esiste una verità, una giustizia, una bellezza e un amore che neppure la morte può mettere in discussione. È possibile una vita più vera e più umana già qui, sulla terra, dove Gesù continua a vivere e operare attraendoci a sé attraverso la comunione e l’amicizia vissute nella Chiesa, attraverso i sacramenti, attraverso la preghiera che alimenta il desiderio di vita vera che Dio stesso ha messo nel nostro cuore.

Auguro a tutti noi che questa Pasqua segni un passaggio importante nelle nostre vite, che ci apra al riconoscimento grato e commosso di Gesù risorto che passa oggi nella nostra storia e sulla nostra terra.

Buona Pasqua a tutti!

+ Massimo Camisasca