Narrare la Pasqua di Gesù

Suggerimenti per preparare la Settimana Santa a catechismo

La forza della narrazione
L’esperienza della fede nasce dall’iniziativa di Dio, che ha scelto di rivolgere la sua Parola agli uomini per stabilire con loro un’alleanza nella comunità ecclesiale; la fede è riconoscere la Voce e far spazio all’azione di Dio nella propria vita. Riflettendo su questa dinamica fondamentale della generazione della fede, il percorso di formazione offerto nei mesi scorsi ai catechisti e agli educatori della diocesi da Ufficio Catechistico e Servizio per la Pastorale Giovanile – Ti ho disegnato sul palmo delle mie mani – ha lavorato sull’esperienza della narrazione come il linguaggio più appropriato per parlare di Dio e suscitare nei ragazzi l’atteggiamento credente.
La narrazione, infatti, è linguaggio del cuore, tocca i sentimenti e coinvolge le dimensioni profonde della persona, che si sente parte di una storia; la narrazione non pretende di convincere (e come si potrebbe forzare qualcuno a entrare in una storia d’amore?), ma suscita il desiderio, crea attesa; infine, annuncia la grazia di Dio e della sua salvezza ma lasciando il discorso quasi “in sospeso”, evitando la tentazione di esaurire la ricchezza della fede nelle parole umane. Ormai alle porte della Settimana Santa, possiamo utilmente rievocare lo stile narrativo-simbolico che abbiamo iniziato ad apprezzare negli incontri già citati. Come non riconoscere, infatti, nella tradizione popolare e liturgica della Chiesa di questa settimana la sapienza narrativa (e celebrativa) che insegna raccontando storie e annuncia per immagini e gesti simbolici? La riflessione catechetica ha iniziato negli ultimi decenni a riscoprire in modo esplicito la forza della “narrazione”, ma è opportuno riconoscere nei riti che appartengono alla vita della comunità già da lungo tempo tracce ed esperienze che attingono a tale esperienza comunicativa. Se in questo articolo focalizziamo la nostra attenzione ai bambini/ragazzi, non dimentichiamo che il linguaggio narrativo è significativo e generativo per tutte le età!

Leggi il testo integrale dell’articolo di don Stefano Borghi su La Libertà del 19 marzo

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