L’eredità di don Guerrino Orlandini

Risplende luminosa, quale stella nel firmamento del clero reggiano, la figura di monsignor Guerrino Orlandini per intelligenza, solidità spirituale, sapienza, amabilità, cultura, versatilità, gentilezza; così venerdì 29 gennaio, nell’omelia della solenne concelebrazione vespertina presieduta nella parrocchiale di Santo Stefano monsignor Paolo Rabitti, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, ha ricordato il presbitero, suo insegnante in Seminario.
Dieci anni sono passati dal 29 gennaio 2006, quando don Guerrino, quasi novantunenne, concludeva la sua vita dopo 67 anni di sacerdozio. Nel suo testamento aveva applicato a sé l’immagine dell’ulivo verdeggiante piantato nella casa di Dio. Nell’omelia della Messa concelebrata dal vescovo emerito Adriano Caprioli, dal vicario generale monsignor Alberto Nicelli, dal parroco don Daniele Casini e da numerosi sacerdoti, monsignor Rabitti ha tracciato un panorama della Chiesa reggiana del secolo XX caratterizzata da vari antesignani del Concilio, tra cui lo stesso monsignor Orlandini, docente ed educatore, “prete diocesano”, amante della bellezza ed essenzialità della liturgia e della musica sacra, ricercato direttore spirituale.

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