Don Margini, testimone della Misericordia

Il superiore della Comunità sacerdotale Familiaris Consortio ha presieduto l’Eucarestia nel 26° anniversario della morte dell’ispiratore del Movimento

Una palestra e un teatro ancora una volta stipati di famiglie e di giovani, a Sant’Ilario d’Enza, la sera di venerdì 8 gennaio, nonostante quest’anno l’anniversario della nascita al cielo di monsignor Pietro Margini, sotto il titolo “Misericordia, fino al sacrificio di sé”, sia stato meno enfatizzato, compreso com’è tra il 25° di morte celebrato solennemente l’anno scorso in Cattedrale e, in avvicinamento, il centenario della nascita (Sant’Ilario, 5 gennaio 1917).
Pur nel pienone, è una Messa raccolta, presieduta dal superiore della Comunità sacerdotale Familiaris Consortio don Luca Ferrari, nella quale oltre che per la memoria del fondatore c’è spazio per il ricordo dolente di Samuele Colacino, un quattordicenne del paese sopraffatto da un tumore proprio quel giorno, e per una bambina tornata alla Casa del Padre direttamente dal grembo materno.
A rendere avvolgente la liturgia provvedono anche i canti proposti dal coro, con brani del Gen Rosso (la splendida Ora è tempo di gioia, Lodate Dio) e altri costruiti sulle parole di don Margini, come Il Pane o Amor tuus amor fortis. Come di don Pietro è il pensiero (“Val la pena di soffrire per sapere come tu sai consolare”) scritto sui segnalibro distribuiti all’ingresso.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 16 gennaio

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