Quale «dialogo» in parrocchia tra le differenti fedi religiose?

Dal documento «Nostra aetate» a «the leaven of good»

Il contesto socio-culturale del nostro territorio non è più univoco, sta diventando sempre più pluriforme. Il linguaggio, gli stili di vita, il modo di pensare è in continua trasformazione e si presenta quanto mai diversificato. La stessa dimensione religiosa risente di questa situazione. Si professa che Dio c’è, ma si accentua solo qualche aspetto della sua esistenza; si dice di conoscere Gesù Cristo, ma accogliere la sua identità incontra difficoltà; si prende in seria considerazione la vita dell’uomo, ma di fronte ai problemi che essa, oggi, presenta, le risposte sono spesso dettate da fattori che hanno tutt’altro interesse; c’è il diffuso desiderio di far parte di una comunità di fede, ma secondo il proprio sentire religioso.
Le domande del perché dell’uomo, della presenza di Dio, dell’esistenza del mondo, della conflittualità tra bene e male, del sopraggiungere anche improvviso della morte, del porsi l’interrogativo dell’aldilà… sono – e sono state – sempre fatte.

Leggi il testo integrale dell’articolo di Giancarlo Gozzi su La Libertà del 14 novembre

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