Il “nuovo” Palazzo Agliati si presenta alla città

Nel quartiere di Porta Castello, per qualche mese, la settecentesca facciata di Palazzo Agliati Balsamo Sforza al numero 4 di via Ludovico Ariosto è rimasta velata ai passanti. Erano in corso i lavori di restauro della facciata, guidati dalla direzione dell’architetto Paolo Bedogni, che hanno portato alla scoperta dei colori originari – colore aria, verde brentonico, color avorio, terre gialle – e al loro recupero. Un approfondito studio storico preliminare corredato di ricerche d’archivio, saggi stratigrafici, riscoperta delle tecniche pittoriche storiche emiliane effettuato da Bedogni assieme ai suoi collaboratori ha orientato tutti gli interventi successivi.

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particolare del palazzo dopo il restauro

 

Questo edificio è una delle più importanti testimonianze del tardo barocco a Reggio” spiega Bedogni ”Nella seconda metà del Settecento la facciata di Palazzo Agliati è stata rifatta prendendo a riferimento alcune movenze delle facciate della chiesa del Cristo e di Sant’Agostino, progettate rispettivamente da Cattani e da Torreggiani. Questi riferimenti si ritrovano nelle modanature, nelle decorazioni, nella balaustra, nei risvolti plastici in cocciopesto realizzati in opera e negli ordini in tardo Barocco e Rococò del palazzo, mentre il colore dominante, come nelle facciate sacre, è il verde chiaro, il color aria, tipico della Reggio del periodo. Abbiamo scelto di restaurare la facciata usando i materiali dell’edilizia storica reggiana: cocciopesto, terre colorate, intonaco a calce con una piccola percentuale di olio di lino cotto”.

Ora che il cantiere si è concluso, il ponteggio è stato smontato la bellezza rivelata di Palazzo Agliati può tornare a stupire gli occhi dei passanti.

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Sabato 24 ottobre, alle ore 11.00, presso Minicinema City-In, si terrà un breve incontro preliminare all’inaugurazione ufficiale dei lavori che porta il titolo di “via Ariosto: cantiere aperto”: un racconto corale per parole, disegni e modelli del cantiere di Palazzo Agliati, che rappresenta un altro passo avanti nel processo di rigenerazione urbana di via Ludovico Ariosto e dell’intero quartiere di Porta Castello, un tema sensibile all’Amministrazione comunale che sarà presente all’incontro nella figura di Alex Pratissoli (Assessore alla rigenerazione urbana e del territorio). All’incontro parteciperanno, oltre al progettista Paolo Bedogni e alle sue maestranze qualificate (Giancarlo Prampolini, Cesare Pellicelli, Fabrika Restauri, Pittori Cabassi) – la committente Gigliola Zecchi Balsamo, Paola Ferretti del Comitato Porta Castello e Nicky Murphy dell’ATI Commercianti Porta Castello. Alle ore 11.30 il nastro verrà ufficialmente tagliato davanti al portone dell’edificio che si aprirà alla cittadinanza per un brindisi nel cortile interno. Un’occasione unica per la cittadinanza di ammirare da vicino un palazzo annoverato fra le dimore storiche di Reggio Emilia.

 

La forza di questo restauro, caratterizzata dall’aver riscoperto e adottato con rigore scientifico, le tecniche pittoriche dell’edilizia storica reggiana del periodo, lo rende modello e punto di riferimento anche per successivi interventi di riqualificazione delle facciate di via Ariosto, a cominciare dal palazzo immediatamente adiacente, Palazzo Spalletti. Meglio conosciuto nella mente dei reggiani come ex-sede della Democrazia Cristiana, Palazzo Spalletti risulta adiacente, sul lato opposto, al Minicinema City-In, luogo che da un anno a questa parte ha riaperto le porte alla cittadinanza grazie all’impegno del Comitato di Porta Castello e dell’ATI Commercianti.

 

Lo scopo che ci siamo dati è quello di ridare un’anima alla città partendo da via Ludovico Ariosto” dice Marta Davoli Presidente del Comitato di Porta Castello “Con lo sguardo rivolto in questa direzione, il restauro di Palazzo Agliati e la riapertura di Minicinema City-In rappresentano due passi fondamentali in questo processo di rinnovamento. Minicinema City-in – il vecchio negozio chiamato “Bottegone” – vuole oggi essere spazio sociale, luogo di incontro, di dibattito, dove si può “fare cultura”. Era uno spazio chiuso e siamo riusciti a farlo rivivere. “Che cosa sono le città se non persone?” diceva già Shakespeare nel suo Re Lear”.

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