Addio Merlin. Prostituzione: quale riforma?

“Mentre a Milano, in occasione di Expo, si stima che siano arrivate dalle 15mila alle 30mila prostitute, secondo un sondaggio condotto da Analisi Politica, autorevole rivista indipendente di ricerca socio-politica, il 92% degli italiani, di cui il 67% di matrice cattolica, auspica la revisione della Legge 75 del 1958, detta Legge Merlin”.

Questi i dati choc sul fenomeno della prostituzione in Italia comunicati sabato 19 settembre a Reggio Emilia dalla senatrice Maria Spilabotte, vicepresidente della Commissione Lavoro al Senato della Repubblica, e dall’onorevole Pierpaolo Vargiu, presidente della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, nel corso del convegno dal titolo “Addio Merlin. Prostituzione: quale riforma?” per fare il punto sulle proposte di legge depositate in Parlamento finalizzate ad arginare le criticità di questo provvedimento legislativo nell’interesse comune di tutelare la legalità e contrastare il traffico e lo sfruttamento delle persone coinvolte.

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Il tavolo dei relatori: da sinistra Reggiani Vargiu Cadoppi Dambruoso Spilabotte Cataliotti Strozzi

 

“Il fenomeno della prostituzione in Italia è gestito da sessanta cartelli malavitosi attraverso il reclutamento e la riduzione in schiavitù di migliaia di donne. Si stima siano 9 milioni i clienti: una persona su tre usufruisce di sesso a pagamento. Circa 70mila le persone che si prostituiscono e di queste almeno 50mila sono vittime di sfruttamento”. La senatrice Spilabotte ha quindi sottolineato: “La nostra proposta di legge non ha la presunzione di sradicare il fenomeno, che sarebbe possibile solo attraverso la prevenzione, intervenendo sull’educazione e sulla formazione dei giovani. Noi abbiamo presentato un testo di “Norme per la regolamentazione della prostituzione”, che sarà calendarizzato a dicembre nelle Commissioni Giustizia e Sanità del Senato, che segue un approccio non criminalizzante, ma neo-regolamentarista, lo stesso adottato anche da Amnesty International nella recente conferenza di Dublino”.

L'intervento-del-giudice-Gianluigi-Morlin

Non meno drammatici, in proporzione, i dati esposti da Alfa Strozzi, responsabile del progetto “Rosemary” del Comune di Reggio Emilia che si occupa del recupero delle sex walkers, che ha tracciato una fotografia della diffusione del fenomeno nel territorio della nostra provincia. “La prostituzione a Reggio Emilia è di origine rumena, prevalentemente rom, e nigeriana, e deriva da contesti di assoluta povertà. Le organizzazioni criminali ricattano le prostitute, di età sempre più giovane, vittime di violenze e di esclusione sociale quasi totale, tenendo sotto scacco le loro famiglie. A Reggio è sempre più diffuso anche il fenomeno della prostituzione invisibile, e quindi impenetrabile, nei centri massaggi, estetici, nelle palestre. Così come è presente un gruppo di transessuali brasiliani ed ecuadoregni, i quali, con hanno approcci e modalità di forte aggressività, creano grosse difficoltà nella comunità”.

L’iniziativa, moderata dal questore della Camera dei Deputati, onorevole Stefano Dambruoso, e promossa dai Rotary Club Reggio Emilia Val di Secchia, Reggio Emilia e Reggio Emilia Terra di Matilde, con il patrocinio di Comune e Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia, ha rappresentato un importante momento di approfondimento e di confronto sullo stato di avanzamento delle proposte di legge presentate in Parlamento affrontando, secondo approcci diversi, un tema di grande complessità che coinvolge l’opinione pubblica in un dibattito sempre più ampio, nell’interesse comune di tutelare la legalità e contrastare il traffico e lo sfruttamento delle persone coinvolte.